Tre mostre, tre allestimenti d’autore, tre narrazioni – una brutalista ma inaspettatamente colorata, l’altra multimediale ,collettiva e al contempo privata, e la terza sinuosa, in continuità con l’architettura del Palazzo dell’Arte – che non esauriscono la ricca proposta espositiva della Triennale Milano ma che segnaliamo. Ci hanno colpito, per inventiva, coinvolgimento e, ovviamente, contenuti.
Stiamo parlando di Milan. City, I listen to your heart, la mostra della talentuosa (ispirata e non scontata) fotografa Giovanna Silva, di Refocus. Archivio visivo della pandemia, che grazie al progetto dello studio Dotdotdot fa vivere un’esperienza immersiva sfaccettata e dell’attesa Milano New York, omaggio di Milano alla tagliente intelligenza di Saul Steinberg, enfatizzato dal paesaggio espositivo fluido firmato da Italo Lupi, Ico Migliore e Mara Servetto.
Mille fotografie di Milano installate sulla scala brutalista del Palazzo dell’Arte
Inaspettata e materica, irregolare e stravagante, metafisica e colorata. Milanese. Milan. City, I listen to your heart è la mostra di Giovanna Silva: una selezione di circa mille fotografie scattate a Milano nell’arco di un anno installata lungo la scala brutalista del Palazzo dell’Arte. Il progetto di allestimento di Piovenefabi, esposto fino al 12 dicembre 2021, è arricchito da una mappa della città disegnata da Michele Marchetti con i luoghi degli scatti fotografici.
Ispirata da Alberto Savinio, Giovanna Silva è attratta dall’anima segreta di Milano
Alla fine degli anni Trenta Alberto Savinio compose un’ode a Milano in cui si dilungava descrivendo le sue strade e i suoi monumenti, le sue personalità, la sua nebbia e i suoi lati nascosti. Ispirata dallo scrittore, Giovanna Silva, fotografa e fondatrice della casa editrice Humboldt Books, è attratta da quell’anima segreta della sua città, quella meno immediata e scontata, quella da cercare, con passione e costanza, intrecciando istinto e determinazione.
Una ricerca stratificata, continua, instancabile
Per un intero anno Giovanna Silva ha fotografato Milano alzandosi alle sei del mattino. Ha percorso itinerari circolari che abbracciano il centro e la periferia, tornando in alcuni luoghi numerose volte per realizzare diversi scatti, in una sorta di ricerca stratificata, continua, instancabile.
Una visione colta e irregolare per catturare l’inafferrabile
Giovanna Silva si è focalizzata sugli edifici moderni e contemporanei, ma la sua è una visione parziale – irregolare – che cerca di catturare nei dettagli qualcosa di ineffabile e inafferrabile. Quella da cui attinge – e che restituisce – è una poetica colta. Nei suoi scatti, accesi da cromie vivide, emergono particolari stravaganti, restituiti con uno sguardo ironico e affettuoso, anche se quella che aleggia è un’atmosfera metafisica.
Una coinvolgente narrazione digitale della pandemia
La mostra Refocus. Archivio visivo della pandemia, a cura di Matteo Balduzzi e Matteo Piccioni, promossa dal Ministero della Cultura in collaborazione con Museo di Fotografia Contemporanea e Triennale Milano, raccoglie i lavori di quaranta giovani fotografi, individuati tramite selezione pubblica, che hanno saputo interpretare esperienze, situazioni e stati d’animo durante i mesi della pandemia.
Le immagini sono presentate, fino al 21 novembre 2021, sottoforma di videoproiezione, in un allestimento multimediale progettato dallo studio Dotdotdot che si snoda attraverso una serie di grandi pannelli dislocati nella sala espositiva, enfatizzato dal sound design di Triennale Milano Teatro e Radio Raheem e da alcuni brevi testi scritti dagli autori stessi.
La preziosa documentazione visiva di un periodo unico
Le 360 immagini esposte raccontano con una grande varietà di temi e linguaggi un periodo unico nella storia del Paese, restituendone una preziosa documentazione visiva. Due open call lanciate tra la primavera e l’autunno del 2020, la prima per testimoniare la sospensione vissuta nei mesi di quarantena e la seconda per stimolare una riflessione sulle trasformazioni della società italiana nel periodo immediatamente successivo al lockdown, hanno individuato i quaranta fotografi vincitori.
Leggi anche: la sezione interattiva progettata da Dotdotdot all’interno di Aboca Museum
Visioni personali e sensazioni collettive
L’installazione immersiva coinvolge il visitatore in un’esperienza visiva sfaccettata, capace di coniugare un flusso principale fortemente collettivo con momenti estemporanei in cui emerge la progettualità del singolo autore.
Diari e relazionali legate alla sfera privata si intrecciano a racconti di paesaggi e comunità del territorio nazionale. Dal reportage tradizionale alla sperimentazione meta-fotografica, si alternano tecniche e linguaggi, fatti concreti e trasfigurazioni allegoriche della realtà, registri e sentimenti diversi: introspezione, paura, autobiografia, smarrimento, speranza, attesa.
Leggi anche: raccontare l'emergenza climatica in modo interattivo
La ‘rimessa a fuoco’ della realtà
Refocus vuole porre l’attenzione sulla ‘rimessa a fuoco’ della realtà in seguito agli effetti che il confinamento ha avuto sulle coordinate spazio-temporali del vivere quotidiano, sostenendo l’attività di fotografi under 40 e riconoscendone il ruolo fondamentale all’interno della società.
L’omaggio di Milano a Saul Steinberg
L’attesissima mostra dedicata a Saul Steinberg (1914-1999) è un progetto di Triennale Milano e Electa, a cura di Italo Lupi e Marco Belpoliti con Francesca Pellicciari, esposto nella ‘curva’ al primo piano del Palazzo dell’Arte, fino al 1° maggio 2022.
La retrospettiva Saul Steinberg Milano New York è un omaggio che Milano doveva al grande artista che ha dedicato molte delle sue opere di tagliente intelligenza alla città in cui ha soggiornato negli anni di formazione.
Un’esposizione ricca di disegni a matita, a penna e a pastello, opere realizzate con timbri e ad acquerello, maschere di carta, oggetti-sculture, stoffe e collage a documentare la intensa e multiforme attività artistica di Steinberg.
Ad accompagnare le opere, un’ampia selezione di apparati documentali e fotografici, utili per una più attenta comprensione della vita dell’artista, nonché una selezione accurata di riviste e libri originali, che, a partire dalle famose copertine del The New Yorker, hanno accolto alcuni dei contributi più significativi di Steinberg.
Il paesaggio espositivo fluido disegnato da Italo Lupi, Ico Migliore e Mara Servetto
L’allestimento concepito da Italo Lupi, Ico Migliore, Mara Servetto di Migliore+Servetto Architects abbraccia la ‘curva’ definendo un unico ampio paesaggio espositivo. Seguendo e sottolineando le sinuosità dello spazio architettonico, il progetto di exhibit design costruisce una narrazione fluida intorno al ricco corpus artistico dell’illustratore, senza creare cesure nel percorso curatoriale proposto, ma definendone il ritmo di lettura e inducendo al tempo stesso il visitatore ad avanzare liberamente nello spazio.
Leggi anche: colorati ‘tappeti urbani’ disegnati da Migliore + Servetto Architects in Corea del Sud
L’allestimento lavora sulla leggerezza del segno per costruire un paesaggio attraversabile, costituito da singoli episodi capaci ciascuno di presentare ogni opera in tutta la sua peculiarità. Un progetto mirato di luce integrata alle diverse strutture espositive disegna lo spazio nella lettura e valorizzazione delle singole opere e al contempo definisce lo stacco dal contesto architettonico che le ospita, permettendo di leggere l’architettura della Triennale nella sua integrità.