La stagione della decadenza è arrivata, ma non ha portato colori sobri e tantomeno cupi. A decretarlo tre grandi installazioni ambientali che innescano un’inaspettata esplosione di cromie squillanti e traboccamenti vitaminici
Il cielo blu, limpido e terso, l’aria frizzante e sferzante, il sole tiepido che non cuoce ma scalda. I vestiti ancora leggeri ma il golfino sulle spalle. Il profumo inebriante dei ciclamini e dei libri scolastici intonsi. I fichi, i cachi, l’uva, la zucca e le castagne. L’odore di camino, di legna e di bruciato, la polenta con i funghi.
I colori e i sapori impregnano l’autunno:c’è aria di fine, ma anche di inizio.
Andrea Bowers, Living Democracy grows like a tree, 2022. Ph. Andrea Rossetti. Courtesy of the artist and kaufmann repetto and Private Collection Monaco
Installazioni ambientali variopinte
Ci si aspetterebbe delle proposte culturali in pendant con le tonalità decadenti e avvolgenti, nostalgiche ma anche rassicuranti dell’autunno, e invece no. Quelle proposte sono mostre, o meglio installazioni, dalle cromie sgargianti, luminose, persino chiassose, che abitano spazi sacrali ed enigmatici.
A Piacenza, Milano e nel Ravennate vanno in scena esposizioni ambientali effetto wow.
Andrea Bowers Goddess (Power of the Common Public), 2016. Courtesy of the artist and Andrew Kreps Gallery
Gianluigi Colin. Quel che resta del presente a Piacenza
Una complessa e monumentale installazione site specific astratta e colorata dà vita alla mostra di Gianluigi Colin, curata da Achille Bonito Oliva, nella galleria Volumnia a Piacenza fino al 19 novembre 2022. Lo spazio imponente della cinquecentesca Chiesa di Sant’Agostino, fatto rinascere come progetto artistico da Enrica De Micheli, ha spinto Colin a confrontarsi in un corpo a corpo con gli impegnativi ambienti densi di storia e permeati da una naturale spiritualità.
Gianluigi Colin. Quel che resta del presente. Galleria Volumnia, Piacenza. Ph. Fausto Mazza
Gianluigi Colin. Quel che resta del presente. Ph. Fausto Mazza
Drappi colorati calati dall’alto
La mostra realizzata ad hoc si compone di 60 tele multicolore. Se nelle navate laterali 50 opere sono collocate nelle nicchie, a stupire è la monumentale installazione nella navata centrale, in cui enormi e sinuosi drappi si calano dall’alto per avvolgere lo spazio, come avviene tradizionalmente nel corso di eventi liturgici speciali.
Gianluigi Colin. Quel che resta del presente. Ph. Fausto Mazza
Gianluigi Colin. Quel che resta del presente. Ph. Fausto Mazza
Andrea Bowers. Moving in Space without Asking Permission a Milano
La mostra personale di Andrea Bowers alla GAM - Galleria d'Arte Moderna di Milano fino al 18 dicembre 2022offre un’esperienza immersiva all’interno del lavoro dell’artista e attivista americana, scandagliando il suo impegno nella lotta per la parità di genere e l’emancipazione della donna.
Andrea Bowers. Moving in Space Without Asking Permission, GAM Milano. Ph. Andrea Rossetti. Courtesy Fondazione Furla
Andrea Bowers. Moving in Space Without Asking Permission. Ph. Andrea Rossetti. Courtesy Fondazione Furla
Un’ampia riflessione sul femminismo
Realizzata in collaborazione con Fondazione Furla, la mostra Moving in Space without Asking Permission si concentra in particolare sulla relazione tra femminismo e autonomia corporea, con uno sguardo rivolto sia al presente sia alla storia del nostro Paese.
Andrea Bowers. Moving in Space Without Asking Permission. Ph. Andrea Rossetti. Courtesy Fondazione Furla
Andrea Bowers. Moving in Space Without Asking Permission. Ph. Andrea Rossetti. Courtesy Fondazione Furla
Enrico Minguzzi. La piena dell’occhio a Bagnacavallo
All’interno delle antiche sale dell’ex Convento di San Francesco a Bagnacavallo (Ravenna) fino all’11 dicembre 2022 la mostra La piena dell’occhio di Enrico Minguzzi, a cura di Saverio Verini, ha un titolo che allude al traboccamento, all’inondazione di immagini e forme tridimensionali che si inseriscono negli ambienti diroccati ed enigmatici come delle presenze silenziose e insieme appariscenti.
L’artista compone il suo immaginario pittorico per sovrapposizioni di veli, trasparenti e sottili strati di colore, tracciando un processo di proliferazione di forme sospese.
Enrico Minguzzi. La piena dell’occhio. Ex Convento di San Francesco, Bagnacavallo (RA)
Enrico Minguzzi. La piena dell’occhio
Opere che pulsano di una luce misteriosa e vibrante
I dipinti di Minguzzi sembrano riprodurre elementi tratti dal mondo minerale e vegetale –pietre, concrezioni, fiori, erbe – ma in realtà sono unicamente frutto di una proiezione mentale dell’artista.
Colti in una specie di stasi, i soggetti dei dipinti sembrano tuttavia pulsare di una luce misteriosa e vibrante. Grazie all’utilizzo di colori quasi fluorescenti, le opere di Minguzzi si liberano da una cifra più strettamente metafisica, acquisendo un carattere energetico in grado di accendere gli spazi espositivi.