A Palazzo Monti a Brescia, la mostra ‘The Cement Garden’ espone opere tessute da Thomas De Falco durante l’isolamento pandemico. Se a ispirare l’artista sono temi angoscianti, a stupire è l'inedita palette cromatica, psichedelica e accattivante. L’atto creativo diventa così stimolo e strumento di autocura

Innanzitutto la location. Palazzo Monti è un luogo speciale, un progetto artistico dal fervore pervasivo, ospitato in una dimora storica a Brescia. Che siano mostre, installazioni temporanee o opere nate dalle residenze dartista non possono che dialogare ed essere enfatizzate per stacco o imprevista continuità dalle splendide sale affrescate e dallo scalone, super istagrammato, che domina l’edificio.

E poi un romanzo, Il giardino di cemento di Ian McEwan, come ispirazione. Si intitola The Cement Garden, infatti, la personale dell’artista italo-francese Thomas De Falco, curata da Edoardo Monti e accompagnata da un testo critico di Paola Ugolini, in programma dal 29 gennaio al 31 marzo.

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Un romanzo (ambiguo) di formazione come ispirazione

L’ispirazione nasce dal romanzo Il giardino di cemento, scritto da Ian McEwan nel 1978 che affronta i turbamenti adolescenziali e le relazioni familiari in modo ambiguo e trasgressivo per la morale comune. Anche Thomas De Falco nelle sue opere esplora la dimensione dell’infanzia e dell’adolescenza in maniera inaspettata, scegliendo un’inedita palette cromatica vivida e accattivante: il giallo, il blu di Prussia e il rosso, oltre al magenta, l’arancione, il viola e il turchese, intrecciati fra loro con tecniche di tessitura laboriose, danno vita ad arazzi dall’estetica pop completamente diversi da quelli realizzati precedentemente.

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Lisolamento e la paura, la tessitura e lautocura

I lavori esposti e a Palazzo Monti nascono durante l’isolamento forzato del primo lockdown nel marzo 2020, quando lartista ha contratto il Covid a Parigi. In un groviglio di emozioni angoscianti, tra la solitudine e la sensazione di autoesclusione, la paura della malattia e quella della morte, la lettura di romanzi di formazione, la sperimentazione di complesse e lunghe tecniche di lavorazione e la ricerca sul colore, elemento mai amato prima, si sono rivelati stimoli intellettuali e strumenti creativi utili per tessere, oltre che opere, la propria cura. Larte come rappresentazione di paesaggi mentali con cui esorcizzare un presente ostile.

Dagli elementi naturali ai colori psichedelici

Da molti anni le opere di Thomas De Falco sono frutto di un dialogo serrato con gli elementi naturali; a completarle performance in cui le figure umane diventano la congiunzione fra il mondo inanimato dell’installazione tessile e quello vivo delle piante. Se fino ad ora i materiali impiegati sono sempre stati naturali, scelti in tonalità neutre, per questa nuova produzione come fosse una cesura tra il prima e il dopo  il colore diventa improvvisamente il protagonista di opere dai colori psichedelici che rimandano alla controcultura hippie degli anni Settanta.

Simbiosi e sutura

A distinguere le nuove opere di De Falco, la dedizione accurata nellimpiego della tecnica del wrapping, in cui lunghe strisce di tessuto annodato creano una sorta di simbiosi fra elementi. La tessitura diventa così un atto creativo di trasformazione. Ma anche di sutura. Un atto di cura.