Fino al 28 agosto 2022, alla Fondazione MAST di Bologna, una testimonianza fotografica sul saper fare italiano che raccoglie 500 opere a firma di 200 artisti, tra celebri maestri e nomi anonimi

Fino al 28 agosto 2022 la Fondazione MAST di Bologna ospita The MAST Collection, la prima esposizione fotografica dedicata alla cultura industriale, del lavoro e della tecnologia. Ai tre temi protagonisti, raccontati in modi differenti, complementari e contrapposti in una raccolta 500 opere, si affianca anche il racconto della fotografia come mezzo narrativo e della sua evoluzione negli ultimi 200 anni.

The MAST Collection - A Visual Alphabet of lndustry, Work and Technology è una mostra sistemica organizzata in 53 capitoli, che corrispondono ad altrettante isole concettuali, che affrontano in una sorta di ordinato (ma complesso ed esteso) reportage alfabetico, il mondo del lavoro e dell’industria, dalla A di Abandoned alla W di Waste, Water, Wealth.

Una selezione molto ampia

La Fondazione MAST è l’unico centro di riferimento al mondo di fotografia dell'industria e del lavoro, basti pensare il suo archivio è formato da oltre 6000 immagini e video a firma artisti di tutto il mondo. Per quest’occasione, un momento davvero speciale poiché si tratta della prima mostra ‘auto-celebrativa’ della Fondazione, è stato condotto un accurato lavoro di selezione e individuazione delle opere su base valoriale e attraverso un preciso approccio metodologico.

Le immagini, tra video, fotografie e album, sono 500 e l’aspetto interessante sta nel fatto che sono firmate tanto da celebri maestri dell’obiettivo quanto da artisti anonimi che con il loro lavoro hanno lasciato una testimonianza reale.

Orizzontale è bello

Per approfondire un tema così ampio come quello della storia della cultura del lavoro, dell’industria e della tecnologia è infatti impensabile mettere a disposizione un solo o pochi scatti elitari. Raccogliere un numero di opere provenienti dagli sguardi e dalle esperienze di diversi artisti può restituire un’impressione reale e oggettiva, sfaccettata e non limitata di quello che è stato il mondo del lavoro negli ultimi 200 anni.

"L’alfabeto nasce per mettere insieme incroci tra lo sguardo lontano e quello vicino, testi e momenti dello scatto, portando I’attenzione all’interno delle opere - spiega il curatore, Urs Stahel -.  Lo stesso accade con le immagini e i fotografi coinvolti”.

Il ruolo dell’obiettivo

"Il parallelismo tra industria, mezzo fotografico e modernità - racconta Urs Stahel - produce a tratti un effetto che può disorientare. La fotografia è figlia dell'industrializzazione e al tempo stesso ne rappresenta il documento visivo più incisivo, fondendo in sé memoria e commento".

Nella mostra The MAST Collection - A Visual Alphabet of lndustry, Work and Technology  viene infatti omaggiato lo strumento fotografico, che documenta in modo netto e allo stesso tempo si intreccia con la più autentica espressione artistica. La Fondazione MAST ne racconta il progresso, proprio come lo fa per il mondo dell’industria: “Gli antichi processi di sviluppo e di stampa su diverse tipologie di carta fotografica, come le stampe all'albumina, si confrontano con le ultime novità in fatto di stampe digitali e inkjet; le immagini dominate dal bianco e nero più profondo si affiancano a rappresentazioni visive dai colori vivaci. I paesaggi cupi caratteristici dell’industria pesante contrastano con gli scintillanti impianti high-tech, il duro lavoro manuale e la maestria artigianale trovano il loro contrappunto negli universi digitali” conclude Stahel.

La tecnologia che non può mancare

La mostra ripercorre gli anni del XIX secolo e gli inizi del XX e all’appello non può mancare la tecnologia, grande protagonista delle evoluzioni recenti e contemporanee. All’interno dei capitoli concettuali ne viene illustrato il progresso e lo sforzo analogico, sempre creando un parallelismo tra il settore industriale e quello della fotografia, in un percorso che giunge, oggi, ai dispositivi digitali ultra leggeri, in perenne connessione, capaci di documentare, stampare e condividere il mondo in immagini digitali e stampe 3D.

Tra gli artisti in mostra nei tre spazi espositivi dedicati (PhotoGallery, Foyer e Livello O): Paola Agosti, Richard Avedon, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Margaret Bourke-White, Henri Cartier-Bresson, Thomas Demand, Robert Doisneau, Walker Evans, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Mimmo Jodice, André Kertesz, Josef Koudelka, Dorotohea Lange, Erich Lessing, Herbert List, David Lynch, Don McCullin, Nino Migliori, Tina Modotti, Ugo Mulas, Vik Muniz, Walter Niedermayr, Helga Paris, Thomas Ruff, Sebastiao Salgado, August Sanders, W. Eugene Smith, Edward Steichen, Thomas Struth, Carlo Valsecchi, Edward Weston.

La mostra “The MAST Collection - A Visual Alphabet on lndustry, Work and Technology” è aperta a tutti, dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 19.00, fino al 22 maggio 2022 presso la Fondazione MAST a Bologna.