Questa chiave di lettura è evidente nello spazio di istruzione firmato da Steven Holl, il Rubenstein Commons Institute a Princeton, pensato innanzitutto “come condensatore sociale”, e nella caffetteria ricavata, su progetto di Andrea Caputo, da una villa storica a Seoul. Ma lo è anche nello spazio di accoglienza sensoriale rappresentato dal Casale Amara nella piana di Catania, riconvertito da Paolo Gagliardi con Edoardo Strano. O, ancora, nella dimora privata di Adam Tihany a Parigi, dove design custom-made e arte si incontrano alla luce di una nuova prospettiva.