Un confronto tra contenitori e contenuti: allestimenti museali dalle soluzioni spaziali sorprendenti

L'allestimento museale è il focus dei progetti di architettura presentati in questo numero, con Mario Cucinella Architects a Milano, David Chipperfield Architects Milano a Roma e Ramos Castellano Arquitectos a Capo Verde. Un tema impegnativo perché si tratta di riscoprire importanti storie del passato e di attualizzarle nel presente con una narrazione avvincente. Un confronto tra contenitori e contenuti, con soluzioni spaziali sorprendenti nelle loro specificità. I vari progetti ci stimolano a riflettere sulle nostre radici, sull’evoluzione delle nostre città e sul futuro che vede le sue origini nella straordinaria maestria delle civiltà che ci hanno preceduto.

Sweet Design Dreams
Motion Graphic: Daniele Basilico

Un'interpretazione personale

Una riflessione che accomuna anche i progetti di diversi designer, come Fabio Novembre, Roberto Sironi, India Mahdavi, Luke Edward Hall, che attingono all’iconografia classica greco-romana - colonne, busti, mosaici e rovine - per creare arredi e oggetti d’interpretazione personale. I segni del passato e le citazioni del mondo antico danno vita a un linguaggio estetico che riscopre il piacere e il valore di connettersi alla storia. Si potrebbe parlare di neo-neoclassicismo; in realtà l’approccio è molto più radicale che nostalgico: è il desiderio di leggere il contemporaneo attraverso i riferimenti della cultura mediterranea, spesso in chiave provocatoria.

L'idea di modernità

Una formula, quella della provocazione, che il design italiano ha sperimentato sin dalle sue nobili origini. A ricordarcelo è un ritratto di Dino Gavina, che quest’anno avrebbe compiuto cento anni. Illuminato imprenditore, è stato il primo ad aver capito che per superare il razionalismo bisognava portare la lezione dei maestri nel presente e farla propria. E che per liberare l’oggetto d’arredo dal meccanismo forma-funzione era necessario innestare il linguaggio dell’arte anche nella produzione industriale. Gavina ci ha insegnato che l’idea di modernità non è immutabile, ma viene di volta in volta progettata e interpretata.