A Countless Cities, la biennale di Favara (Sicilia) dedicata alle città, la fotografa Corinna Del Bianco esplora l’abitare spontaneo e autocostruito e l’economia circolare urbana. Fino a gennaio 2022

In un momento in cui la dimensione abitativa assume un ruolo sempre più rilevante, la ricerca di Corinna Del Bianco legata alla crescita spontanea delle città riflette e comunica il valore stesso dell’abitare attraverso il rapporto tra costruito e paesaggio naturale, tra interno ed esterno e tra le comunità in differenti contesti culturali.

Ricercatrice nell’ambito dell’architettura e del disegno urbano e fotografa, Corinna Del Bianco presenta parte dei suoi lavori e documentazioni all’interno di Countless Cities 2021 People Live Here. A More Human Approach, la biennale dedicata al tema delle città promossa da Farm Cultural Park. La mostra, che si svolge a Favara, in Sicilia, dal 26 marzo 2021 al 16 gennaio 2022 (con inaugurazione il 25 e 26 giugno), ospita 23 padiglioni che danno voce ad architetti, artisti e creativi che, ognuno con il proprio linguaggio, raccontano le nuove pratiche e idee legate all’abitare del futuro.

La ricercatrice è stata chiamata a curare due padiglioni, uno dedicato alla città di San Paolo, in Brasile, e l'altro a quella di Prato, con Valerio Barberis e Andrea Bartoli.

Il padiglione dedicato a San Paolo presenta il progetto che fa parte di Spontaneous Living Spaces, ideato nel 2011, dedicato allo studio di differenti contesti culturali attraverso l’analisi e la documentazione delle case autocostruite. Oltre a quello brasiliano, sono stati sviluppati i casi studio di Hong Kong e Pemba in Mozambico, sempre tramite una vasta documentazione fotografica, interviste, modelli e video che raccontano la vita della comunità, oltre ai rilievi di spazi e funzioni all’interno delle abitazioni e alle analisi tipologiche e morfologiche delle case e dei quartieri.

Il padiglione si concentra su un isolato residenziale della favela di Guapira II, nella zona nord di San Paolo, porzione del quartiere Jardim Filhos da Terra, che ha iniziato il processo di regolarizzazione nel 2008. Il caso studio brasiliano è stato sviluppato con il supporto del Comune di San Paolo, in particolare con Elisabete França della Secretaria de Habitação (SEHAB), e con la supervisione di Stefano Boeri e Pier Paolo Tamburelli del Politecnico di Milano.

 

L’autocostruzione definisce larga parte del tessuto e del paesaggio urbano delle città in via di sviluppo. La necessità di autocostruire la propria casa spesso deriva dall’urgenza di trovare alloggio e da limitate possibilità economiche; il più delle volte nasce come soluzione temporanea, consolidandosi poi però fino a diventare parte integrante della città.

 

Con il suo lavoro Corinna Del Bianco mostra l’importanza di documentare questi brani urbani autocostruiti come stadi di sviluppo della città per identificare e analizzare i caratteri dell’abitare in tali contesti. Questo metodo di ricerca consente una progettazione più integrata con la cultura dell’abitare locale, nel rispetto delle esigenze e delle aspirazioni dei suoi abitanti.

La seconda edizione del libro che la ricercatrice/fotografa ha dedicato a questo progetto, Jardim Filhos da Terra — Spontaneous Living Spaces in São Paulo, uscirà nell’estate 2021 edito da LetteraVentidue.

Il padiglione di San Paolo è ospitato nella sala principale al piano nobile di Palazzo Cafisi, antico palazzo signorile residenziale nel centro storico di Favara, e sottolinea il rapporto tra Jardim Filhos da Terra e la città della Biennale, evidenziando come l'abitare sia un processo culturale vero e proprio e come le esperienze architettoniche possano unire contesti apparentemente molto diversi tra loro. La mostra invita i visitatori a confrontarsi con l’esplorazione e la scoperta per mettere in luce come le due realtà, quella brasiliana e quella siciliana, siano molto simili per quanto riguarda forme abitative e tessuto urbano fatto in larga parte di autocostruzione.

Tra le proiezioni che animano il padiglione spicca il video girato da Maria Eduarda Chaves, una bambina di otto anni che ha seguito spontaneamente i mesi di ricerca sul campo e ha contribuito documentando gli interni della casa della zia con una serie di brevi video che mostrano gli elementi peculiari della quotidianità brasiliana, come le rodas de samba, il ballo maracatu e la vita di strada.

Al fianco di Valerio Barberis e Andrea Bartoli, Corinna Del Bianco è inoltre co-curatrice del padiglione della città di Prato. Protagonisti due progetti: Prato Forest City, parte del progetto Prato Urban Jungle, finanziato con fondi europei di UIA Urban Innovative Actions, dedicato alla creazione di zone ad alta densità di verde attraverso un innovativo percorso di co-design che migliora la resilienza della città, e Prato Circular City rivolto alla circolarità applicata in particolare alla realtà del suo distretto tessile con l'esperienza maturata negli anni nello sviluppo di un'industria sostenibile. Inoltre, il padiglione, inserendosi nel contesto di Favara, ripercorre gli esperimenti pratesi di riuso degli spazi abbandonati, che a differenza di quelli di Favara, appartengono all’eredità industriale della città.