Dall’11 febbraio al 18 giugno, una mostra celebra il centenario della nascita di Roy Lichtenstein attraverso le sue opere: fumetti, pubblicità, natura morta, paesaggio, interni bidimensionali, nudi femminili

La storia dell’arte è cambiata per sempre con l'arrivo della Pop Art, movimento nato a metà Novecento con radici profonde nel consumismo americano. Un cambiamento radicale che mixava un'arte raffinata a una cultura popolare che sfidava i valori tradizionali delle “belle arti” e portava l'arte stessa nella vita quotidiana attraverso l'irruzione giocosa e colorata di oggetti di consumo, pubblicità, televisione, giornali, riviste e fumetti.

Sperimentazione continua

Tra i grandi maestri della corrente artistica, Roy Lichtenstein: dopo il periodo d'oro della Pop Art, che aveva trasposto sul piano del colore l’evoluzione culturale e commerciale della società americana nel corso della prima metà degli anni 60, il suo lavoro e la sua sperimentazione nel campo della riproducibilità tecnica iniziano ad affiancare la pittura, abbandonando gli esordi nella litografia e nella xilografia del 1948, seguiti negli anni successivi da stampe all’acquaforte e acquatinta. Un lavoro che ha sfidato forme e temi tradizionali dell'arte attraverso il ricorso a tecniche che combinavano immagini della cultura pop con colori primari audaci e con la tecnica dei Ben Day dots, un processo di stampa in cui piccoli punti colorati di colori diversi sono ravvicinati, distanziati o sovrapposti per creare, mediante un'illusione ottica, mezzi toni cromatici.

Un racconto per immagini

Curata da Gianni Mercurio, la mostra di Palazzo Tarasconi a Parma presenta i temi affrontati dall'artista americano attraverso una selezione di oltre 50 opere (edizioni e serigrafie, sperimentazioni su metallo, tessuti e plastica oltre a fotografie e video) provenienti da collezioni europee e americane e ripercorre la carriera dell'artista a partire dagli anni 60, raccontando generi a lui cari: dagli amati fumetti (nel 1960, per gioco, Lichtenstein realizza un ritratto di Topolino e Paperino per i figli trasformando in arte un cartone animato) alla pubblicità, alla natura morta, al paesaggio. Con incursioni nelle forme astratte di maestri come Pablo Picasso, Paul Klee, Max Ernst, negli interni bidimensionali, fino alla serie dei nudi femminili.

L'arte dello sguardo

“Basata sullo studio della percezione visiva, quella di Lichtenstein è un’arte dello sguardo, è perciò comprensibile come, in una società che a partire proprio dagli anni 60 è stata progressivamente pervasa dal potere dell’immagine, abbia ancora una forte e perdurante influenza sui creativi della visione”, spiega Gianni Mercurio. Un catalogo accompagna la mostra con testi del curatore, di Roy Lichtenstein e della scrittrice e storica dell’arte Avis Berman. L'esposizione apre l’anno che Palazzo Tarasconi dedica all’America e alla Pop Art: da settembre 2023 il tributo continuerà con la mostra Keith Haring: Radiant Vision.