In attesa della 23ª Esposizione Internazionale, la Triennale di Milano scalda i motori. Con un palinsesto multidisciplinare, costruito su format e toni di voce diversi, all'insegna dell'inclusione e della chiarezza espositiva

La vera contemporaneità, diceva il filosofo Franco Bolelli, coincide con la capacità di mescolare saperi diversi, mentre la creatività, quella vera, si alimenta grazie a incursioni in mondi apparentemente lontani. Se vogliamo crescere, insomma, non possiamo prescindere dall'abbracciare tutto ciò che è “altro”, inseguendo quell’orizzontalità di pensiero, fatta di hyperlink mentali, che porta ad aprire gli occhi ma soprattutto il cervello.

Ecco perché, almeno a vederla descritta su carta, la 23ª Esposizione Internazionale che aprirà i battenti alla Triennale di Milano a maggio 2022, promette di essere un'esperienza quintessialmente contemporanea. Un’esposizione che, nelle parole del Presidente della Triennale Stefano Boeri, “deviando lo sguardo dalle certezze antropocentriche, si aprirà allo sconosciuto e all’ignoto, con uno scambio fluido tra le arti e le scienze”. A partire dal titolo (Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries) ma soprattutto considerando che la curatrice, l’astrofisica e Chief Diversity Officer dell'ESA Ersilia Vaudo, è lontanissima dal mondo del design come siamo abituati a pensarlo a Milano e in Italia in generale.

Aspettando il grande evento riapre intanto le porte la Triennale (dal martedì alla domenica, dalle ore 11.00 alle ore 20.00) con una programmazione in presenza supportata da attività digital: contenuti speciali, visite guidate, incontri, approfondimenti sul Magazine di triennale.org e podcast dedicati alle mostre, al Museo del Design Italiano e alla programmazione di Triennale Milano Teatro, pubblicati sul sito e sui canali social.

Inutile raccontare per filo a per segno il ricchissimo palinsesto (lo trovate qui). Ci pare invece giusto portare l'attenzione al lodevole intento di spiegarne sempre meglio i contenuti, con modalità e toni di voce diversi per rivolgendosi a un pubblico sempre più ampio.

Quello che colpisce di più,  infatti, è il mix di format che, oltre ovviamente alle mostre, include incontri, festival, proiezioni, spettacoli, concerti, performance, laboratori e un canale radio (Radio Raheem, la Radio in Residence di Triennale Milano, che parte il 26 maggio) per approfondire le tematiche del palinsesto. Mentre la serie podcast From the Moon (a cura di David Plaisant, ne abbiamo già parlato qui), gli articoli di Diario 2022 sul Magazine online di Triennale e gli appuntamenti di Pick your Mistery in programma a luglio nell’ambito di Triennale Estate permetteranno di iniziare a esplorare i misteri che saranno al centro dell’Esposizione a cura di Ersilia Vauro.

Anche il Museo del Design, in passato criticato per essere un'operazione poco "parlante" nei confronti del visitatore, verrà arricchito da una serie di interventi che riguarderanno didascalie e apparati testuali, per approfondire la funzione degli oggetti e il contesto in cui sono stati progettati e prodotti. Mentre lungo le pareti del Museo verrà sviluppato un racconto della storia di Triennale, che nel 2023 celebrerà i 100 anni dalla fondazione.

Segnali decisamente inclusivi che fa piacere notare in un momento in cui la voglia di cultura e di condivisione è tanta: un'occasione unica per ritrovare il proprio pubblico ma anche per allargarsi ad altri mondi.

Leggi tutto il programma qui

 

Copertina: Triennale Estate 2020, foto Gianluca Di Ioia