Il prestigioso premio è stato assegnato all'architetto giapponese che da sempre promuove un'architettura collettiva, una "repubblica" condivisa dello spazio

Riken Yamamoto è il vincitore del Pritzker Prize 2024, il premio, assegnato dalla Hyatt Foundation che, dal 1979, è considerato il più alto riconoscimento per gli architetti, anche in virtù della sua assegnazione da parte di una giuria che in questa edizione è stata presieduta da Alejandro Aravena (Pritzker Prize 2016) e era composta da Manuela Lucá-Dazio, Executive Director della Fondazione, Barry Bergdoll, curatore, Meyer Schapiro Professore di Storia dell'Arte e Archeologia alla Columia University, Deborah Berke, architetta e preside della Yale School of Architecture, Stephen Breyer, della Corte Suprema di Giustizia americana, André Aranha Corrêa do Lago, critico dell'architettura e curatore e ambasciatore del Brasile in India, Kazuyo Sejima, architetta, docente e Pritzker Prize 2010, e Wang Shu, architetto, docente e Pritzker Prize 2012.

Chi è Riken Yamamoto, l'architetto vincitore del Pritzker Prize 2024?

Al centro del suo modo di progettare c'è l'interesse per la comunità, intesa come groviglio di relazioni umane e interconnessioni da mantenere vive anche attraverso l'architettura. Il costruire sociale di Riken Yamamoto trova massima espressione nell'interazione tra vicini di casa, un prezioso valore che spinge l'architetto a realizzare edifici che sfruttino lo spazio di 'confine', ovvero quel non-limite tra privacy e non privacy che fa di una comunità una risorsa, e che il vivere contemporaneo nel nome di una fittizia libertà sta invece ispessendo sempre più.

Gli edifici di Riken Yamamoto ragionano dunque con spazi che intrecciano la vita privata e quella pubblica, incorporando elementi relazionali che tendono a eliminare le distanze e debellare l'isolamento, immensa piaga della società odieran.

Emblematico, è il progetto realizzato per Pangyo Housing (Seongnam, Repubblica di Corea 2010), un complesso di nove blocchi residenziali in cui i volumi trasparenti del piano terra catalizzano l'interconnessione tra vicini. Ha dedicato nel caso di questo edificio una terrazza comune al secondo piano completa di spazi di ritrovo, campi da gioco, giardini e ponti che collegano un blocco abitativo all'altro.

Concentrato quindi sulla ricerca di un'idea globale di casa, Yamamoto ha ragionato durante la sua carriera architettonica sull'unione di diverse forme di abitare tra cui la tradizionale machiya giapponese e gli oikos greci che, ancora una volta, ponevano al centro la relazione con la città.

“Una delle cose di cui abbiamo maggiormente bisogno nel futuro delle città è creare condizioni attraverso l’architettura che moltiplichino le opportunità di incontro e interazione delle persone. Sfumando attentamente il confine tra pubblico e privato, Yamamoto contribuisce positivamente oltre il compito di abilitare la comunità”, spiega Alejandro Aravena, presidente della giuria e vincitore del Premio Pritzker 2016. “È un architetto rassicurante che porta dignità nella vita di tutti i giorni. La normalità diventa straordinaria. La calma porta allo splendore.”

Chi sono gli architetti che hanno vinto il Pritzker Prize?

Philip Johnson è stato il primo architetto ad aggiudicarsi il Pritzker Prize. Tra gli altri vincitori: Rem Koolhaas, Oscar Niemeyer, Norman Foster, Peter Zumthor, Alejandro Aravena, Balkrishna Doshi, Francis Kéré,  Sir David Chipperfield nel 2023.

Il prestigioso premio è stato assegnato 6 volte ad architette: Zaha Hadid (2004), Kazuyo Sejima (2010, con Ryue Nishizawa), Carme Pigem (2017, con Ramón Vilalta e Rafael Aranda), Yvonne Farrell e Shelley McNamara (2020), Anne Lacaton nel 2021 (con Jean-Philippe Vassal).