Architetto, designer, urbanista, pittore, fotografo, scrittore, essere umano innanzitutto: Ettore Sottsass ha attraversato nel corso della sua vita tutte queste discipline, oltrepassandole trasversalmente.
Patrizia Ranzo (architetto e designer, professore ordinario di disegno industriale presso la Seconda Università degli Studi di Napoli) ne ha dato una lettura a 360 gradi, attraverso brani che hanno raccontato un personaggio per certi aspetti “magico” nel suo rapporto personale, oltre che professionale, con la bellezza, il progetto, la tecnologia, l’arte.
Da testi di Sottsass come “Scritto di notte” (Adelphi Milano 2010), “Scritti 1946-2001” (Neri Pozza Milano 2002), “Oggetti come memorie. Creatività: la consapevolezza della propria esistenza in rapporto all’esistenza degli altri” (in Casabella n. 386 1974) e tanti altri, è uscito il profilo di un artista poliedrico, appassionato a tutto ciò che riguardasse l’umanità e generasse civiltà e bellezza, percepibili in ogni suo progetto.
Ettore Sottsass ha esplorato linguaggi, tecniche e materiali diversi, in una ricerca continua e mai appagata, cimentandosi in sfide sempre nuove. “Ettore ha creato oggetti carichi di civiltà e frammenti di esistenza. In lui, la scrittura anticipava il progetto. Nello stesso tempo usava oggetti e immagini come fossero parole”, ha spiegato Patrizia Ranzo.
“Sottsass ha sempre affermato il primato delle parole. In un’idea cosmica del tempo, non lineare ma in cui passato e presente si fondevano”, ha proseguito. “E ha lasciato un’eredità ‘pesante’ a ogni progettista che quando disegna, nel suo rapporto con gli oggetti, è chiamato a generare nuove forme di civiltà”.
Testo e foto di Danilo Signorello
I prossimi appuntamenti di Interni a Book City Milano 2016 – L’architetto legge l’architetto.