In occasione del settimo centenario dalla sua morte, apre il Museo Dante. Lo spazio espositivo rinnova l’esperienza di un classico dell’umanesimo e guida il passo per le prossime aperture delle istituzioni culturali

Consolidare la valorizzazione del culto di Dante con un allestimento contemporaneo e fruibile è l’obiettivo che ha guidato l’Amministrazione Comunale – Assessorato alla Cultura di Ravenna nella realizzazione del nuovo Museo Dante. Focus: nuovi linguaggi per approfondire la Commedia e il lascito dantesco.

È un Dante attualizzato, non solo celebrato, ciò che vediamo nelle nove sale, per complessivi 375 metri quadri, che accoglieranno i visitatori. Numerosi oggetti preziosi, antichi e contemporanei sono ulteriormente valorizzati dalla presenza di oltre 400 immagini e 250 testi.

Nella Sala del tempo è delineata e resa visibile la cronologia della vita e dell’epoca di Dante; nella Sala del volto è ricostruita e confrontata a tutto tondo l’iconografia del più riconoscibile dei poeti della storia; la Sala Montevideo ripercorre le celebrazioni e l’importanza che ha la figura dell'esule fiorentino per i migranti italiani e l’uso che del suo nome nella rappresentazione che viene ancora perpetrata nel mondo; le due sale del culto, dove sono esposti i cimeli e le reliquie legati alla riscoperta dei resti del corpo di dante alla fine del XIX secolo; la Sala della fama nella quale animazioni e interventi artistici illustrano la dimensione pop, e commerciale di una figura del Medio Evo; le tre sale della Divina Commedia sono veri e propri spazi esperienziali, per vivere e anche interagire con i luoghi della capolavoro dantesco, grazie all’allestimento concepito e realizzato dallo studio ON Architetti.

Il Museo presenta  la possibilità di addentrarsi nell’immaginario dantesco con la forza dell’esperienza sensoriale e quella di apprezzare gli oggetti della collezione che dall’11 settembre 1921 – quando il Museo, allora Museo Dantesco, fu inaugurato in occasione delle celebrazioni del sesto centenario della morte di Dante – danno testimonianza di una vicenda che lega a sé personaggi e capolavori letterari. Il museo fu ideato dall'architetto Ambrogio Annoni (allora Sovrintendente di Ravenna) e da Corrado Ricci, colto studioso di Dante e fondatore della Soprintendenza ravennate.

Preliminare al ripensamento dell’esistente Museo Dantesco è stata la progettazione di un impianto gestionale che mettesse a sistema le diverse competenze e vocazioni connesse al luogo. L’edificio è infatti di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e al suo interno hanno sede la Biblioteca e il Centro Dantesco dei frati minori francescani.

Con la convenzione che disciplina il riallestimento e la definizione del modello di gestione del nuovo museo è stata sancita la condivisione istituzionale tra la proprietà del prestigioso complesso monumentale, il Centro Dantesco e il Comune di Ravenna. Si è operato un superamento della storica gestione ripartita per competenza attraverso un allestimento che, ispirato alle moderne tecniche museali, restituisca la pluralità e l’universalità dell’opera dantesca e nel contempo la profonda relazione tra la città e il suo poeta.

Progetto d’area vasta

Il Museo Dante si inserisce in una nuova lettura della zona dantesca, che con la tomba, la futura Casa Dante e altri interventi si configura come parte centrale di un’operazione complessiva di valorizzazione e di innovazione nell’ambito delle celebrazioni del settimo centenario, progettato in accordo con la Regione, il MiC, le altre città dantesche e le tante istituzioni culturali nazionali e internazionali che promuovono attività di studio, ricerca e divulgazione.