Abbiamo parlato con il grande architetto belga per farci spiegare la natura di I.R.O. - Italian Rational Objects, una serie di arredi in edizione limitata omaggio all'architettura razionalista disegnata per la Galleria Giustini / Stagetti di Roma

Per la sua collezione di arredi in limited edition - progettata per la Galleria Giustini / Stagetti di Roma, in mostra fino al 12 gennaio - l'architetto e art director Vincent Van Duysen gioca il ruolo di perno tra passato, presente e futuro, e riesce nell'impresa di creare qualcosa di senza tempo, assoluto.

E aggiunge così idealmente un capitolo alla Storia della capitale in un omaggio al rigore dell’architettura Razionalista del nostro Paese.

I.R.O. (Italian Rational Objects) è uno studio di pieni e vuoti che Van Duysen ha eseguito, come sua consuetudine, apportando una drastica riduzione di archetipi di forme e materiali. Nello specifico, ne è risultato un corpo di lavoro che comprende sei pezzi in edizione limitata – tre tavoli in diverse misure, una console, una piccola libreria e la lampada a muro – accumunati dallo stesso essenziale linguaggio stilistico e dal materiale, l’alluminio scelto in una luminosa finitura perlacea satinata.

L'allestimento per la presentazione è senza orpelli, la collezione è semplicemente appoggiata a terra nello spazio espositivo della Galleria Giustini / Stagetti di Roma per ribadire il concetto di oggetti funzionali reali e per questo non trattati col distacco da museo; i pezzi assumono così al contempo una levità solenne che dialoga alla pari con le geometrie pulite della galleria, uno degli ultimi progetti realizzati dall’architetto milanese Umberto Riva prima della sua scomparsa.

Un altro riferimento significativo per questa collezione sono state le geometrie aeree delle opere in metallo dell’artista Costruttivista brasiliana Lygia Clark, ennesima incursione nell'arte da parte di Vincent Van Duysen che ci ha raccontato questo nuovo lavoro.

Quale significato ha per lei questa nuova collezione?

Vincent Van Duysen: "La collezione ha avuto come punto di partenza Roma, dove si trova la Galleria Giustini / Stagetti. Una città con una storia e degli elementi chiave coi quali volevo connettermi per capire profondamente la definizione del suo carattere.

La sua architettura razionalista è particolarmente imponente e solenne e questa mia collezione di arredi mira a evocarne il senso di monumentalità e atemporalità che vi è strettamente collegato.

È stata inoltre l'opportunità di collaborare con una galleria così importante in Italia, che mi ha conquistato subito. Sono una persona molto istintiva: quando ho conosciuto i proprietari - Roberto Giustini e Stefano Stagetti - ho capito immediatamente che questa collezione avrebbe visto la luce".

I.R.O. è un omaggio all'Italia, con la quale ha ormai un legame ormai consolidato. Quando è iniziato?

Vincent Van Duysen: "Fin dal 1985, quando lavoravo a Milano (per Aldo Cibic e Cinzia Ruggieri nel periodo in cui i due erano impegnati rispettivamente con Sottsass Associati e Studio Alchimia, nda). Da allora poi non ho mai perso il contatto con il Paese, quindi mi sento un po’ italiano effettivamente".

Che emozioni le suscita l'Italia quando la visita?

Vincent Van Duysen: "Sento un legame con le persone, il cibo, una connessione con la storia, la cultura e la sua architettura. Lo dimostra questa collezione che, come accennato, è ispirata proprio dalla corrente razionalista di Roma e dintorni, in particolare dagli edifici di Giuseppe Terragni e l’architettura fascista che va dalla fine degli Anni 20 agli Anni 40".

Lei è considerato un minimalista, ma non è un'etichetta corretta...

Vincent Van Duysen: "Esatto, non mi piacciono gli interni minimalisti e sobri. Credo che il mio lavoro vada fortemente contro quegli ideali e i cliché che caratterizzano quello stile. Voglio l'anima.

Fin dall'inizio della mia carriera – più di 30 anni fa – la cosa più importante è sempre stata il considerare l'architettura come una professione dedicata all'umanità. E ciò significa partire dai luoghi, nei quali gli abitanti hanno bisogno di sentirsi sicuri e rilassati, considerando anche i mobili e gli oggetti che li circondano come necessari per vivere una vita comoda e felice.

Il risultato del mio lavoro racchiude passione, ricerca e comprensione dei bisogni umani, il che prevede anche l’incanalare i concetti di atemporalità, organicità, consistenza e luce. L'obiettivo finale è quindi creare un'atmosfera in spazi che irradino serenità, calma e senso di protezione, dove sia possibile disconnettersi".

Lei pensa da architetto. Che genesi hanno i suoi progetti?

Vincent Van Duysen: "Innanzitutto l’architettura ha una prospettiva molto più ampia del semplice spazio. Sono come una spugna che assorbe dalle discipline più diverse. Osservo sempre, disegnando nella mia mente, pensando. Tutto ha il potenziale per ispirarmi, tutto viene filtrato attraverso la mia empatia e la mia immaginazione, ed è così che creo. Cosa che avviene in modo ottimale solo quando mi trovo circondato da persone, in particolare dal mio team".

Lei spazia dalle collezioni in edizione limitata a quelle pop per la grande distribuzione. Che differenze ci sono?

Vincent Van Duysen: "Non si tratta di essere democratici. Sono due approcci diversi con cui condivido con il mondo la mia maniera di operare: alcuni dei miei lavori sono accessibili a un pubblico più vasto, altri per nicchie e segmenti più piccoli di utenti sono spesso edizioni limitate, pezzi unici o realizzati su misura, dai materiali ricercati, da considerarsi come una gemma o un gioiello; esistono tra i regni dell’arte e del design, e che considero diversi da quelli più commerciali e dalle collezioni prodotte industrialmente. Tuttavia, non esiste una regola".

 

Cover photo: Omar Golli, courtesy Galleria Giustini / Stagetti


Vincent Van Duysen - I.R.O Collection, informazioni utili