Van Gogh: The Immersive Experience è adatta ai bambini?
Mario Icampo: "Assolutamente sì. La cultura è importante a qualsiasi età e in qualsiasi forma. Questa mostra è ricchissima di stimoli, ancor più perché, essendo immersivi, non annoia. I bambini amano vivere in prima persona quello che vedono in tv o su un libro illustrato, o didattico per i più grandi.
In più, in fondo al percorso, c'è una stanza ad alto tasso di interattività: un'area in cui i bambini e i genitori possono disegnare e colorare su un foglio le opere di Van Gogh, e poi vederle proiettate sul muro della sala. È una bella attività da provare con tutta la famiglia: semplice ma entusiasmante".
Il formato immersivo potrebbe sostituire le mostre tradizionali?
Mario Icampo: "Non credo nel termine 'sostituire', raramente lo scelgo. Credo tantissimo, invece, nel termine 'evoluzione'. Dove c'è tecnologia c'è evoluzione: un binomio che porta sempre novità, situazioni diverse che possono spaventare, in un primo momento, ma anche piacere moltissimo. In questo caso, la tecnologia ci aiuta a portare una nuova interpretazione artistica, è uno strumento amico dell'arte, non ne va in conflitto.
La tecnologia supporta l'arte, soprattutto quando non si nota: sai che c'è, ma non la vedi. Per esempio in questa mostra, non è la tecnologia in sé a dare spettacolo, ma il suo buon utilizzo".
Tradizionale o immersivi: cosa resisterà nel futuro?
Mario Icampo: "Partiamo dal presupposto che, dopo aver visto nostra mostra, spero il visitatore sia stimolato ad andare a visitare i musei internazionali in cui sono esposte le opere originali di Van Gogh. La cosa migliore sarebbe visitare entrambe le versioni, oppure far sì che si crei un punto di incontro tra istituzioni e aziende come la nostra.
Alle persone piace tantissimo questo formato, lo dimostrano i numeri. Io credo che i musei tradizionali abbiano spazio per progredire: immaginate la proposta immersiva, accompagnata dalle opere originali. Sarebbe meraviglioso!".
C'è spazio anche per l'AI (intelligenza artificiale)?
Mario Icampo: "C'è posto per tutto. Io amo la tecnologia, amo l'AI e amo gli NFT. Sono tutti mezzi che, una volta superata la fase dell'abuso e dell'utilizzo non consapevole, si faranno notare per quanto sono strumenti preziosi.
Naturalmente, non si può pretendere che funzionino in autonomia: i risultati migliori nascono dalla gestione della tecnologia da parte dell'uomo, con la sua sensibilità e pensiero progettuale. La differenza sta nella prevedibilità: la tecnologia prima o poi, diventa prevedibile, la mente umana no".