Motore di tutto questo è ovviamente la creatività, ma anche la Patafisica, come recita il titolo della mostra.
Di che si tratta? Il copyright del termine è opera dello scrittore francese A. Jarry. Patafisica è la ‘scienza delle soluzioni immaginarie’.
Spesso considerata come una logica dell'assurdo, nel corso degli anni è riuscita talmente a influenzare scrittori, pittori, cineasti, critici, matematici e filosofi da diventare una vera e propria corrente artistica.
Starck ha scelto lei per rendere omaggio alla sua città natale esplorando 12 snodi più o meno poetici. Mete turistiche e centri di potere, spazi conviviali e spazi pubblici.
Si va dal Musée Grévin alla volta del canale Saint-Martin e la chiusa dell’Arsenale; dalla La tour Eiffel, che Starck chiama 'la grande osseuse' ai vecchi bagni pubblici in rue du Bourg-l’Abbé, dal Parc de la Villette al Café Stern, dalla camera da letto di Danielle Mitterrand all’Eliseo del 1983 fino al Café Costes, di place des Innocents, 1984-1994.
Insomma, Parigi all’ennesima potenza.
“Questa città evoca in me l’eleganza. - spiega il designer - Qui c'è armonia. Ci sono proporzioni, allineamenti, prospettive che fanno sentire tutti estremamente intelligenti. Parigi è l'evocazione stessa dell’intelligenza”.