Dal 7 al 10 settembre L'Aquila ospita la terza edizione di Panorama, la mostra diffusa e nomade, e inno alla vita post sisma, che ci siamo fatte raccontare dalla curatrice, Cristiana Perrella

A L'Aquila, che dal 7 al 10 settembre ospita la terza edizione della mostra diffusa e nomade Panorama, i lavori di ricostruzione e restauro sono così minuziosi da rischiare di congelare la città in una dimensione di ‘eterno ritorno’. Ma, nel frattempo l’arte, che plana in modalità diffusa in gran parte del centro, prova a scuotere la creatività, rigenerare energie e disegnare i confini di un futuro oltre i tempi.

In questa terra di grandi sfide (e fragilità) devastata dal terremoto il 6 aprile del 2009, il progetto di mostra itinerante promosso da Italics, il consorzio che raccoglie oltre sessanta gallerie italiane, accoglierà infatti a terza edizione del format collaudato nelle precedenti da Vincenzo de Bellis. La curatela, questa volta, è di  Cristiana Perrella.

Cristiana Perrella: chi è la curatrice di Panorama 2023

Romana, un passato al Centro Pecci di Prato e alla Fondazione Golinelli di Bologna, Cristiana Perrella si confronta con la complessità del territorio facendo leva sulla sua cifra autoriale: ascoltare il contesto senza calare le opere dall’alto. Come a dire che: “comprendere vuol dire prendersi cura dell’altro”, un valore alla base delle competenze.

Cristina Perrella: “L’Aquila è una città che si offre a una riflessione sul passato, molto forte”, racconta raggiunta al telefono, “perché vedere gli edifici tutti contemporaneamente restaurati e splendenti, come mai lo sono stati prima del terremoto, è piuttosto straniante”, una riflessione che restituisce dello stato di fatto un’immagine da Midjourney più che in alta definizione".

Le persone ‘evacuate’ quasi quindici anni fa e oggi radicate altrove, stanno tornando ad abitare il centro con molta lentezza: che ne sarà di tutto questo spazio ricostruito?

“L’Aquila sarebbe un centro di ricerca diffuso perfetto: potenziando il Gran Sasso Science Institute —l’istituto di ricerca e di alta formazione dottorale nato 2012 e dipendente dall'istituto nazionale di fisica nucleare— potrebbe ospitare un centro di sperimentazione d’avanguardia e farsi punto di incontro tra arte e scienza”, immagina Cristiana Perrella.

Una visione che se ben supportata, offrirebbe un naturale modello di sviluppo urbano virtuoso. Ma riapriamo gli occhi e rimbocchiamoci le maniche.

Panorama 2023: memoria e comunità

Panorama è uno sguardo attento sulle diversità storiche, restituito dalla lente di gallerie e galleristi”, i quali, spiega, “hanno come obiettivo di promuovere dell’Italia un racconto fuori dai canoni tradizionali.

Procida e non Capri, Monopoli e non Lecce, L’Aquila e non Napoli sono tutte città da scoprire”.

Protagonisti del e sul territorio, le opere — prestate dalle gallerie o realizzate ad hoc per l’evento —, gli spazi — antichi, moderni e contemporanei —, ma anche le persone e le poetiche messe tra loro in dialogo nonostante le diversità.

Tutto ruota attorno a due parole chiave: memoria e comunità. Perché entrambi, la città e l’evento, superano la dimensione individuale per costruire un racconto collettivo”.

Wit(n)essing: il titolo dell'edizione 2023

Da qui Wit(n)essing, il titolo scelto per Panorama 2023, è un omaggio alla teorica femminista, artista e psicoanalista Bracha Ettinger, “con l’intento di estendere il concetto di testimonianza, inteso sia come affermazione della propria conoscenza che di trasmissione di una storia”, dichiara nel comunicato stampa.

“Allo stesso tempo, per una città come L’Aquila la memoria ha un significato molto particolare: perché il terremoto ha cancellato tutto, dal ricordo dei luoghi alle abitudini”, che poi è la quotidianità dell’abitare. Della quale abbiamo traccia solo nella memoria.

A L'Aquila arte viva e non museizzazione della vita

L’Aquila vanta Istituzioni Culturali importanti: “è sede universitaria, ha un’Accademia di Belle Arti gloriosa, dove per altro ha insegnato Fabio Mauri e un Conservatorio di tradizione musicale antichissima”, e qui si trova pure il MuNDA, il Museo Nazionale d’Abruzzo.

È stata una delle capitali del Regno Borbonico e ci sono chiese e basiliche straordinarie come quelle di San Silvestro, di Santa Maria di Collemaggio e San Bernardino.

“Osservando il paesaggio, quello che mi interessa capire è come tutto ciò tornerà a vivere”, perché nonostante il fascino esercitato dal più grande cantiere di restauro a cielo aperto d’Europa, il rischio di museizzazione dei lavori in corso, è concreto.

“L’Aquila non può tornare alla vita solo attraverso il turismo: se non ancora la scienza, l’arte oggi può dare una mano”, aiutando la città a riappropriarsi delle proprie abitudini.

Come visitare Panorama, Wit(n)essing

“Mi sono concentrata sul centro storico”, dove per altro si ‘diffonde’ la mostra: tutto inizia a Palazzo Rivera”, sede principale dell’evento, “un edificio di inizio settecento, ancora cantiere”, per proseguire per altre 18 tappe, tutte diverse per tipologie.

“‘Wit(n)essing’ occuperà le sale della Fondazione Giorgio De Marchis Bonanni d’Ocre e Palazzo Ardinghelli, sede del Maxxi, inaugurato due anni fa.

Il laboratorio di restauro di un ragazzo aquilano e lo storico caffè Fratelli Nurzia, tornato attivo nel 2009 (il torrone di produzione propria è ottimo), la libreria Polarville, un negozio di vinili e un fornaio che durante i giorni della mostra sfornerà pane timbrato (opera di un artista): omaggio alla socialità, valore fondamentale per la ripresa.

Poi entriamo nello studio di Marcello Mariani, un’ex chiesa sconsacrata andata quasi distrutta dal sisma, ancora protetta dalle impalcature”, molti altri posti pur essendo pronti, non sono agibili perché privi di collaudo.

Gli artisti della mostra diffusa

In tutto sono circa sessanta gli artisti coinvolti.

“Tra le opere di gallerie e prodotte ad hoc, quella di Giuseppe Stampone”, l’artista locale che lavora sulle mappe concettuali realizzate a penna, “con Prometeo Gallery ha messo in relazione Joseph Beuys, Ettore Spalletti e Fabio Mauri, ovvero tutte le figure che hanno costituito la dimensione dell’Abruzzo contemporaneo”.

Poi i capolavori in legno del Trecento esposti accanto ad esplorazioni di giovani artisti emergenti tra i quali Beatrice Marchi che rielabora un brano di Tupac Amaru con l’aiuto di un gruppo di rap milanesi.

“Jacopo Benassi sarà protagonista insieme ai musicisti del Conservatorio anche di una performance intitolata ‘Musica analfabeta’”, tra gli artisti che hanno scelto di lavorare con il pentagramma, metafora universale di comunità e condivisione”, l’orchestra e il coro suonano e contano insieme e per gli altri. E poi ancora Carlo Orsi e Diego Perrone anche loro protagonisti di un cortocircuito artistico che unisce antico e contemporaneo.

“Pur rimanendo il terremoto una ferita aperta, nessuno ne ha fatto il tema principale: L’Aquila è una città dove si sente molto forte il desiderio di guardare avanti”, chiude Cristiana Perrella. “È più forte la vita”. Se solo la politica ne facesse tesoro. —