Cinque mostre sul design e l'architettura da non perdere: a Venezia (con la Design Biennial dal tema intrigante, Autoexotic), Roma, Milano e sul lago Maggiore

Mentre è in corso la Biennale di Architettura (leggi lo speciale di Interni), Venezia ospita anche la Venice Design Biennial, un appuntamento che per questa edizione sceglie un tema interessante: l’autoesotico. E il nostro percorso settimanale di mostre da non perdere parte, non a caso, proprio da qui.

Venice Design Biennial, sedi varie Venezia, fino al 18 giugno

Il titolo della Venice Design Biennial è  Autoexotic, scritto su una locandina niente male : riporta la foto di un canestro galleggiante, posizionato in mare. Partitelle da spiaggia, dal gusto effettivamente esotico.

Ma il tema è serissimo e cioè: cosa si intende per esotico, oggi? Nulla a che vedere con gli orientalismi settecenteschi che narravano di società immobili nella loro conservazione di tradizioni antiche e intriganti.

Il mondo è ribaltato e il dinamismo forse appartiene più a quelle regioni un tempo esotiche per gli occidentali che non il contrario, così l’esotismo oggi va cercato nelle pieghe della propria cultura di appartenenza. Ecco, autoesotismi marginali o d’avanguardia sono quelli che si possono incontrare in questa Biennale, che invita i designer a ragionare sull’alterità, con tutta la radicalità necessaria per abbattere i pregiudizi.

Tanti i designer che hanno aderito alla proposta, nove le esposizioni in giro per la città compreso l’esito della Venice Design Biennial Residency, vinta quest’anno dall’australiano Trent Jansen, che realizza il suo nuovo progetto in collaborazione con Vetralia Collectible.

La scelta di Venezia, naturalmente, non è casuale.

Esotica lei stessa, cerniera tra Oriente e Occidente, Terra di Marco Polo che, come si legge nella presentazione,  ha aperto per la prima volta nuovi orizzonti allo sguardo e all'immaginazione applicata a un altrove oltre i limiti dell'esperienza conosciuta.

A chi piacerà: ai più curiosi, a chi pensa che esotico possa essere anche un piatto di spaghetti al pomodoro… dipende solo dal punto di vista!

Informazioni utili: Venice Design Biennial è aperta fino al 18 giugno. Diverse le sedi espositive e gli orari di apertura. Tutte le informazioni si trovano sul sito di Venice Design Biennial

Steven Holl. Half earth - acquarelli e frammenti architettonici, Antonia Jannone Disegni d’Architettura, Milano, dal 26 maggio al 14 luglio

La matita di Steven Holl ha tradotto, in ogni suo lavoro, il pensiero filosofico in quello architettonico (o viceversa).

Queste due forme di pensiero sono proprio la cifra dell’architetto e teorico dell’architettura che ha punteggiato il pianeta di musei, università, campus e altri luoghi della e per la cultura.

In questa mostra il tema è l’ecologia e il titolo, Half Earth, è la citazione dell’omonima opera di Edward Osborn Wilson in cui lo studioso cercava di mappare le specie animali e vegetali nel mondo per identificare luoghi in cui l’uomo avrebbe avuto maggiore spazio di intervento proteggendo gli ecosistemi.

Su questa linea teorica si inseriscono anche le mini-utopie di Holl, pensate per conservare o ripristinare ecosistemi in difficoltà tramite architetture ecologiche alimentate da energie rinnovabili.

Il suo sguardo è rivolto agli spazi ai margini delle grandi città americane, ma anche al Gran Sasso. Accanto a maquette e progetti ci sono anche i grandi acquarelli, opere d’arte e di pensiero che uniscono l’idea di John Cage della creazione controllata dal caso insieme alla propria filosofia del disegno, una forma quotidiana di meditazione per giungere all’essenziale.

Così se le forme sono in gran parte lasciate all’acqua, è attraverso il disegno che Holl stabilisce una connessione tra l’elemento soggettivo e quello oggettivo.

A chi piacerà: agli architetti, ai filosofi, a chi fa ricerca sulle utopie, attuali e non.

Informazioni utili: Antonia Jannone disegni di Architettura, corso Garibaldi 125, Milano, aperta da lunedì a sabato in orario 15.30 - 19.30.

Reversing the Eye. Fotografia, film e video negli anni dell’arte povera, Triennale, Milano, fino al 3 settembre

Quentin Bajac, direttore di Jeu de Paume, Diane Dufour, direttrice di LE BAL, Giuliano Sergio, curatore indipendente, e Lorenza Bravetta, curatrice per Fotografia, cinema e new media di Triennale Milano hanno messo a punto questa esposizione per indagare il rapporto dell’arte povera con il cinema, la fotografia e il video.

Il percorso si compone di quattro sezioni, Corpo, Esperienza, Immagine e Teatro in cui 250 opere di 49 artisti si interrogano sui rapporti tra spazio, tempo, realtà e rappresentazione.

Il titolo è la citazione di un’opera di Giuseppe Penone del 1970 e raduna la partecipazione degli esponenti dell’arte povera, come Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Giosetta Fioroni, Jannis Kounellis, Ketty La Rocca, Mario e Marisa Merz, Michelangelo Pistoletto e Franco Vaccari, accanto ad artisti che hanno esposto con loro o ne sono stati influenzati come Elisabetta Catalano, Mario Cresci, Luigi Ghirri, Mimmo Jodice, Ugo Mulas. Un viaggio straordinario nei mezzi espressivi dell’arte povera, foto, cinema e video, pronti a raccontare un’avanguardia e la sua vita.

A chi piacerà: agli appassionati di fotografia e di arte povera.

Informazioni utili: Triennale Milano, viale Alemagna 6, aperta da martedì a domenica in orario 11 - 20.

Arnaldo Pomodoro. Il Grande Teatro delle Civiltà, Palazzo della Civiltà Italiana, Roma, fino al 1 ottobre

Il teatro è quello che porta in scena la vita di Arnaldo Pomodoro e le sue opere, realizzate lungo 70 anni di creatività. Ad accoglierlo è il Palazzo della Civiltà di Roma, ora sede romana di Fendi.

Le opere monumentali dello scultore si intrecciano allora con l’architettura monumentale dell’edificio, la dimensione teatrale, poi, è alla base dell’esposizione.

Perché il lavoro di Pomodoro per il teatro trova spazio in un allestimento che vuole indagare le connessioni fra arti visive e arti sceniche, ma anche tra  la dimensione progettuale dell’opera e la sua realizzazione.

C’è anche un altro elemento: la civiltà. Nelle opere di Pomodoro si rintraccia facilmente un filo rosso che collega le civiltà, arcaiche, classiche, moderne e anche fantastiche. Il percorso espositivo comincia all’esterno dell’edificio con le quattro sculture che compongono il ciclo Le forme del mito, ridisegnando il cosiddetto Colosseo quadrato, in un’opera aperta, da interpretare nuovamente.

Ma è solo l’inizio, la mostra si snoda poi all’interno con costumi di scena, sculture e materiale fotografico d’archivio. L’esposizione è realizzata da Fendi con la curatela di Lorenzo Respi e Andrea Viliani e la collaborazione della Fondazione Arnaldo Pomodoro.

A chi piacerà: a chi pensa che l’architettura sia materia viva, a chi ama l’intersezione tra arti diverse.

Informazioni utili: Palazzo della Civiltà Italiana, Quadrato della Concordia 3, Roma Eur, aperto tutti i giorni dalle 10 alle 20.

La SCI, Società Ceramica Italiana, alla I° Mostra biennale delle arti decorative internazionali di Monza, maggio 1923: una mostra nel centenario dell’esposizione, MIDeC –Museo Internazionale del Design Ceramico, Laveno Mombello (Va) – fino al 09 luglio

Era il maggio 1923 quando la Villa Reale ospitò la prima edizione della Biennale di arti decorative internazionali, nata con l’intenzione di promuovere i prodotti italiani e supportare la ripresa economica del Paese dopo la guerra.

Alcuni decretano che questa esposizione segnò la nascita del design perché aveva come obiettivo quello di stimolare la collaborazione tra artisti e industriali. L’allestimento di quella prima Biennale fu curato da Piero Portaluppi, in quegli anni Art director della Società Ceramica Italiana, e lo aveva concepito intorno a un grande camino della sala mensa.

A cento anni da quell’appuntamento il Museo Internazionale Design Ceramico insieme a Triennale, Fondazione Portaluppi e l’Archivio del Comune di Monza, ricordano quella straordinaria manifestazione riportando alla luce molti di quei pezzi, oggi di proprietà del MIDeC e di collezionisti privati, insieme a una serie di nuovi manufatti, in una mostra curata da Anty Pansera e Giacinta Cavagna, con una messa in scena particolare progettata dallo scenografo Ivo Tomasi.

A chi piacerà: a chi ama le arti decorative e in particolare i manufatti in ceramica, straordinario materiale che ha appassionato artisti e artigiani in ogni epoca storica.

Informazioni utili: MIDeC, Lungolago Perabò, 5, Cerro di Laveno Mombello (Varese), aperto da venerdì a domenica in orario 10 - 12,30 e 14 - 17; da martedì a giovedì solo al mattino.