Cinque racconti mettono in luce il progetto tra passato e futuro.
Sono le mostre selezionate per questa settimana che hanno la caratteristica comune di narrare diversi modi di abitare lo spazio, la società, la casa, l’economia, il futuro. Alla Triennale di Milano va in scena infatti una rassegna degli oggetti e dei progetti che hanno caratterizzato la casa nell’ultimo secolo, nell’occasione dei cento anni dell’istituzione milanese.
Ma l’esposizione è una rilettura in chiave contemporanea di quelle idee abitative, questa volta guardate fuori dal mondo binario che le ha invece create e accompagnate nel tempo (la mostra Home Sweet Home). I progetti di Franco Albini trovano posto a Volumnia, uno spazio eccezionale ricavato in una chiesa sconsacrata a Piacenza con cui dialogano in maniera creativa, per risaltarne la loro eternità.
Nanda Vigo e Anna Franceschini instaurano un altro tipo di dialogo, creativo e capace di creare qualcosa di nuovo rispetto ai loro singoli lavori in spazi infiniti, da disturbare o conservare (a Pescara).
Brescia ospita poi un progettare che ha a che fare con la memoria nei lavori che Formafantasma ha realizzato per la galleria Massimo Minini e il suo archivio inteso come luogo di conservazione ma anche di ispirazione.
E il passato declinato nella sua versione futura prende spazio a Bologna in una collettiva di giovani artisti che vuole creare spazi per economie alternative, incentrate sulla capacità empatica dell’uomo.
È l’empatia a collegare le loro opere in un manifesto artistico e politico (Alchemilla).
Perché vederle: per immaginare il futuro e sperimentare nuove visioni e sensazioni attraverso l’espressione artistica e progettuale.