La storia di una rivista di settore che ha raccontato sulle sue pagine una rivoluzione sociale: quella che ha fatto del bagno la stanza del benessere personale etico e valoriale

Era il 1973 quando Paolo e Roberto Sonino diedero forma a un’idea che si rivelerà geniale: pubblicare una rivista specializzata per parlare esclusivamente del bagno.

Nacque allora Il Bagno oggi e domani e ora, in occasione del suo 50esimo anniversario, si mette in mostra.

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Il bagno. Culto e cultura. 1973-2023: 50 anni di storia è il titolo dell’esposizione ospitata all’ADI Design Museum di Milano per raccontare un’avventura editoriale, ma anche le trasformazioni degli stili di vita e delle abitudini quotidiane della società italiana.

In effetti è solo dagli anni ’70 che il design comincia a entrare nel bagno privato per arredare in maniera funzionale e con la bellezza quel locale che fino ad allora era considerato unicamente di servizio.

Il suo ingresso negli appartamenti è molto recente nella storia dell’architettura e se i primi bagni a comparire risalgono alla metà dell’800, ci sono voluti più di cento anni per rendere il bagno parte integrante della progettazione d’interni.

Lo studio degli spazi, la scelta dei materiali e delle coperture, così come dei sanitari e della rubinetteria, fino ai colori e le luci per illuminarli, fanno del bagno un locale importante nella vita domestica, capace di raccontare molto della personalità degli abitanti.

Il 1973 era dunque un momento propizio per dare vita a un periodico specializzato e così i due Sonino coinvolgono Oscar G. Colli per realizzare il numero zero della rivista Il bagno oggi e domani, pronto a uscire all’inizio del 1974. Da allora Colli l’ha portata avanti ininterrottamente.

Si racconta di questa storia in un’esposizione che ha diversi piani di lettura, prima di tutto quello grafico.

Il progetto editoriale che risponde alla domanda come raccontare il bagno su carta, propone storie di sguardi, di idee, di gusto, di mode e di avanguardie che considerano il locale dei servizi igienici nella sua globalità.

«La rivista diventa un elemento di sistema» spiega Cristina Mandrini, curatrice con Oscar G. Colli della mostra, «prima in un mondo che stava prendendo forma grazie a imprenditori visionari che vedevano nel bagno un luogo che aveva bisogno di tutto, dall’impiantistica alla bellezza.

Poi, con il passare del tempo, si sono definiti meglio i target di riferimento e la rivista ha scelto di seguire l’innovazione di progetto.

Un progetto dello spazio a disposizione ma anche del contenitore bagno che doveva accogliere cose belle, di design, ma anche valori, quelli molto attuali dell’ecosostenibilità. Nel bagno funzionano acqua, aria e luce, risorse da tutelare, sia nel loro uso domestico sia come energie necessarie a produrre tutto quello che serve per arredarlo. Il bagno è la stanza del benessere, sia della persona sia dal punto di vista etico e valoriale».

I servizi igienici hanno un ruolo importante anche nei luoghi pubblici, dove occorre considerare anche altri valori, primo tra tutti quello della inclusione.

Su questo tema hanno lavorato gli studenti del Master in Interior Design dello Ied, riuniti in un team internazionale sotto la guida del coordinatore Giorgio Grandi e del docente Paolo Bellisario. I loro progetti Roo-Me, Kaloo e BeYou, presentati all’interno della mostra, parlano di spazi ibridi dove accogliere le esigenze di tutti.

Tre i temi trattati, i servizi igienici dentro un mall, in uno spazio aperto modulabile come per esempio un aeroporto e in una scuola materna.

«L’idea era quella di progettare un bagno capace di soddisfare le esigenze di persone molto diverse, accomunate dal bisogno di disporre di uno spazio intimo privato, ma allo stesso tempo inclusivo. Si parla di genderless, ma non solo: le differenze sono moltissime, dalla mamma che ha bisogno di cambiare il neonato ai portatori di handicap, per esempio.

Il tema del mall e dell’aeroporto riguarda la possibilità di creare spazi modulari, mentre quello della scuola materna ha anche una finalità educativa, dall’uso dell’acqua e il suo riciclo, fino alle parole che servono per definire gli spazi e definire se stessi», continua la curatrice.

Il progetto è nato all’interno della rivista e poi è stato esteso agli studenti che l'hanno omaggiata delle copertine sui loro lavori, presentati anche in un video, esposto in mostra, che costituisce una restituzione dinamica dei loro progetti. O un modo per vedere come funzionerà il bagno del futuro.

Presente, passato e futuro della «stanza più energivora della casa», come la definisce Mandrini, sono esposti all’ADI Museum, in una mostra che introduce a un lavoro più ampio, raccolto nel volume omonimo.

Il bagno. Culto e cultura. 1973-2023: 50 anni di storia, ADI Design Museum, piazza Compasso d’Oro 1, Milano, aperto tutti i giorni tranne il venerdì dalle 10.30 alle 20. La mostra è visitabile fino al 20 novembre.