L’ironia è la chiave di questa selezione di appuntamenti, a cominciare da Gianni Cella (e il suo gruppo d'esordio Plumcake), in mostra alla Fondazione Stelline.
La sua versione pop della contemporaneità si specchia in un’altra esposizione, la considerazione 'acrobatica' del lavoratore di oggi negli scatti di Isabel Wenzel, ospitata nelle aree di un cantiere alla Bicocca (Milano).
Spazio e ironia conducono anche ai lavori di Mario Cresci, fotografo narratore della Campania (al Maxxi di Roma), e nelle due esposizioni che inaugurano questa settimana al Parco Arte Vivente di Torino.
Un paesaggio tra astrazione, minimalismo e figurativo sempre connesso al contemporaneo è poi quello di Schifano che in 50 lavori si racconta a Napoli.
Plastiche Apparenze. Dai Plumcake a Gianni Cella, Fondazione Stelline, Milano, fino al 25 giugno
Questa mostra è una festa: celebra 40 anni di attività di Gianni Cella. E per questo appuntamento Alberto Fiz ha curato un percorso espositivo capace di raccontarne l’esperienza artistica, iniziata negli anni 80 del secolo scorso con il collettivo Plumcake (insieme a Romolo Pallotta e Claudio Ragni) che poi parteciperà al gruppo Nuovo Futurismo (di cui fece parte anche Lodola), per arrivare al lavoro individuale di Cella.
Si viaggia tra oggetti ultra pop del gruppo Plumcake, capace di sintetizzare arte colta e popolare, design e artigianato, come Razzo (1983) un oggetto dalla forma misteriosa con un personaggio stilizzato che sembra dormire su una nuvola fino all’ancestrale Montagna delle lucertole, una specie di santuario dei piccoli rettili che si propagano però nell’ambiente.
Il serio e il faceto, così come l’ironia che serpeggia, come le lucertole, in ogni opera dei Plumcake sembra trovare maggiore profondità nei lavori individuali di Cella , concentrati di satira come Biancaneve e i sette uomini più stupidi del mondo (2001), e Orologio di Lombroso (2011), con le ore rappresentate da figuri assai poco raccomandabili, fino ai rebus in formato plastico, senza dimenticare un tributo a tre maestri, i Fratelli Marx.
A chi piacerà: a chi piacciono le arti applicate, a chi non smette mai di giocare con le parole e a chi cerca elementi artistici nel design.
Informazioni utili: Palazzo delle Stelline, Corso Magenta 61, Milano, aperto da martedì a domenica in orario 10.00 - 20.00.
Isabel Wenzel, BIM, Milano, dal 7 giugno al 15 settembre
Prendete una fotografa capace di acrobazie impossibili e un cantiere. Mescolate tutto con cura e versate il cocktail su un territorio urbano in evoluzione.
Il risultato si chiama BIM, Bicocca Incontra Milano, un incubatore di progetti artistici aperti alla cittadinanza, attivo in una porzione dell’ex area della Pirelli dove è in corso una rigenerazione urbana.
Proprio nell’area del cantiere (e per tutta la sua durata) BIM organizza eventi culturali, con l’obiettivo di trasformare il “tempo di attesa” del cantiere in un’occasione per progettare il futuro in modo sostenibile e inclusivo, invitando i cittadini a scoprire e a vivere le aree in via riqualificazione come uno spazio di incontro e aggregazione.
Il progetto inaugura con Isabel Wenzel, fotografa tedesca e acrobata che indaga la dimensione del corpo nella dinamica lavorativa.
Non senza ironia: gli scatti in mostra la ritraggono in posizioni impossibili, grazie a brevi performance acrobatiche che mette in atto davanti alla sua fotocamera. Il corpo allora è pura forma, non più persona, in una spersonalizzazione inquietante. In collaborazione con la rivista indipendente C41, la mostra è ospitata negli spazi C41 Gallery che inaugurano proprio in questa occasione.
A chi piacerà: a chi ama le contaminazioni tra urbanistica, architettura, arte e pubblico, a chi cerca spazi creativi nella rigenerazione delle città.
Informazioni utili: C41 Gallery, viale dell’Innovazione 3, Milano, aperta dal martedì al venerdì negli orari 11.00 -13.00 e 14.00 -17.00. Lunedì, sabato e domenica solo su appuntamento tramite mail a: info@c41magazine.com.
Wurmkos, Andare con le radici e Il parlamento delle cose, Parco Arte Vivente, Torino, dal 10 giugno al 22 ottobre
Inaugura sabato la doppia esposizione al PAV del gruppo milanese Wurmkos in dialogo con giovani artisti di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti.
L’ecologia è al centro di entrambe le esposizioni, con una particolare attenzione alle relazioni umane, da ripensare e condividere. Wurmkos parte dal mondo vegetale focalizzando la propria attenzione sulla reciprocità: molti esempi di alleanze tra piante, funghi e altre forme di vita mostrano come la sopravvivenza in condizioni inadatte sia possibile grazie al sostegno reciproco.
Da questa riflessione parte il lavoro Andare con le radici, iniziato nella primavera del 2020 e frutto di un percorso di autoriflessione e trasformazione che ha come soggetto le metodologie adottate dal gruppo stesso. Perché Wurmkos è un collettivo nato alla fine degli anni 80 a Sesto San Giovanni, come esperienza ‘basagliana’ che mette in relazione arte e disagio psichico.
Ai suoi progetti prendono parte e cooperano artisti, con disagio e non, critici e persone che partecipano alle molteplici azioni del gruppo in un processo fondato sulla pratica del mutuo appoggio del pensatore militante Pëtr A. Kropotkin, che la considera principio guida dell’evoluzione della vita sulla terra.
Così si attivano i progetti del collettivo e così si srotola anche questa esposizione che parte da un dispositivo calpestabile, immaginato per essere vissuto come un suolo, una piazza, un universo, un flusso che ospita una comunità vegetale aliena a visioni antropocentriche, fino a concepire lo spazio come ambiente esperienziale senza gerarchie.
Su questo pensiero si confrontano i lavori dei giovani artisti di NABA che espongono nella collettiva Il Parlamento delle cose. Chiara Antonelli, Davide Barberi, Alessandro Cavallini, Traian Cherecheș e Chiara Scodeller, portano in superficie forme estetiche del superamento delle categorie oppositive di natura e cultura e di genere per dare nuovi significati alle esperienze autobiografiche e collettive.
Punto di partenza sono le teorie e le pratiche dell’ecologia politica e dell’ecofemminismo che a partire dalla seconda metà del secolo scorso hanno smosso e dissestato il suolo compatto e monolitico del modello neoliberale e eteropatriarcale. La rivoluzione è nelle radici e nelle cose della natura!
A chi piacerà: a chi cerca spiegazioni profonde sullo stato delle cose, a chi vuole confrontarsi su pensieri senza categorie, confini e pregiudizi.
Informazioni utili: PAV Parco Arte Vivente - Centro sperimentale di arte contemporanea, via Giordano Bruno 31, Torino, aperto il venerdì dalle 15 alle 18, sabato e domenica delle 12.00 alle 19.00.
Mario Cresci. Un esorcismo del tempo, MAXXI, Roma, fino al 31 ottobre
Mario Cresci arriva a Tricarico, piccolo borgo vicino a Matera, nel 1966. La sua mansione era quella di collaborare alla stesura del Piano Regolatore della città. Il risultato è un’indagine fotografica puntuale e antropologica del territorio e delle comunità che lo abitano, mentre Cresci stesso diventa punto di attrazione per i giovani creativi e fotografi lucani.
Il racconto di 20 anni trascorsi dal fotografo ligure in Basilicata è confluito in questa mostra, realizzata in collaborazione con l’Archivio Mario Cresci e l’Archivio CSAC.
Il filo rosso è il paesaggio, quello naturale, quello urbano e quello casalingo, fatto di interni e dettagli personali, inclusa la serie Interni Mossi, dove presenze sfuocate e quasi fantasmatiche raccontano i luoghi. Le persone e la loro memoria, così come gli oggetti della tradizione completano l’indagine scientifica, compiuta attraverso l’obbiettivo fotografico.
Il percorso espositivo, a cura di Marco Scotini e Simona Antonacci comincia da Matera, con una sequenza di 95 scatti mai esposti prima che erano confluiti nel libro del 1975 Matera.
Immagini e documenti, per raggiungere Tricarico, narrata tra paesaggi e ritratti, ma anche attraverso vecchie fotografie, archivi famigliari che danno forma alla memoria in quell’esorcismo del tempo che da il titolo alla mostra.
A chi piacerà: a chi ama la fotografia e le indagini sul tempo e lo spazio, a chi ama i paesaggi d’interni.
Informazioni utili: Maxxi, via G. Reni 4A, Roma, aperto da martedì a domenica in orario 11 - 19.
Mario Schifano: il nuovo immaginario 1960 - 1990, Gallerie d’Italia, Napoli, fino al 29 ottobre
Lo chiamano il Warhol italiano per sottolineare la forza creativa di Mario Schifano, con un appellativo che etichetta la produzione più nota di questo artista geniale.
Che però ha potuto rivelare il meglio di sé in lavori meno conosciuti, spesso inediti, che raccontano la sua capacità di interpretare la contemporaneità e anticiparne le istanze.
Proprio questo è il tema alla base dell’esposizione napoletana che attraverso 50 lavori provenienti da istituzioni pubbliche e private, italiane e non, racconta le fasi della ricerca artistica di Schifano.
Si comincia cronologicamente con l’archeologia in dilogo con i monocromi, per passare alle indagini sul paesaggio e completare il percorso con i dipinti di grandi dimensione realizzati negli ultimi trent’anni.
A chi piacerà: a chi ama le sperimentazioni e le avanguardie artistiche, a chi piace il lavoro di Mario Schifano.
Informazioni utili: Gallerie d’Italia, via Toledo 177 Napoli, aperte da martedì a venerdì in orario 10 - 19 , sabato e domenica fino alle 20.