Alcuni luoghi sono eterni, come lo studio di Achille Castiglioni in piazza Castello.
Oggi una Fondazione, ma soprattutto un posto dove andare a respirare l’aria leggera, curiosa e ironica del maestro. E poi invece c’è la vita, che cambia sempre le carte in tavola. E accade che la Fondazione Castiglioni riceva lo sfratto.
Un po’ come chiedere al Duomo di Milano di farsi più in là per sopravvenute esigenze, dal punto di vista degli amanti del design.
Lo sfratto non è una tragedia
Giovanna Castiglioni lo ha annunciato durante l'inaugurazione di Fa balà i man, la mostra curata da Marco Marzini sul tema del prendere, afferrare, girare nei progetti di Castiglioni.
Dopo sessant’anni, di cui venti di Fondazione, lo studio di Achille deve traslocare. Ci si piò immaginare che rimanga una spece di buco nero dopo aver svuotato i duecento metri di piazza Castello.
E invece: “Non è una tragedia”, commenta Giovanna Castiglioni. “Ad Achille non avrebbe spostato una virgola, anzi. Si sarebbe rimboccato le maniche e avrebbe cercato con entusiasmo uno di quei posti che gli piacevano tanto: una vecchia fabbrica, un’officina”.