La sera dell’inaugurazione hai sottolineato che hai scelto artisti che piacevano a te…
Nicola Falappi: “Ne avrei voluti di più, il tempo ce lo ha impedito anche perché l’idea di stratificazione di casa, di spazio che deve ospitare, si ricollega molto alla casa del collezionista.
Non ordinata, ma in cui si accumulano riviste, oggetti, opere d'arte.
Siamo ancora in fase embrionale, alcuni artisti non sono riusciti a fornire tutte le opere e alla fine ho dato spazio ai più interessanti da esporre in questo contenitore.
Giuseppe La Spada parla paradossalmente del concetto di forza della comunicazione e di quello che rimarrà di questo stimolo continuo creato dalle immagini. Trovo curioso che dialogasse proprio con Gabriele Picco, che rispolvera un tipo di dipinto alla vecchia maniera (la natura morta). Cris Devil fa della sua arte un qualcosa legato all'immagine digitale visiva.
Un'arte più contemporanea, che ha superato la fotografia, la pittura, un 'non reale' realizzato con il computer. Gli artisti sono collegati tra loro da un forte valore culturale.
Presentano, propongono e spiegano la casa in modo diverso. Non più una stanza, ma un concetto, una visione… dal metafisico al surrealista.
Barbara Crimella realizza opere monumentali che vengono installate nelle piazze, nelle rotonde, nelle strade, tutte con una veste culturale pazzesca. Ora, esposta a Filtro con le piccole croci, si trova tra Berzo Inferiore e Bienno.
Il progetto di Pinky con le biciclette è un oggetto da buttare, però storico, reinterpretato da personaggi come Antonio Marras.”