La Biennale Architettura 2023 parte dall’ Africa (ma non sarà sull’Africa)
“L’Africa è un luogo in cui tutte le questioni di equità, risorse, razza, speranza e paura convergono e si fondono”, dice Lokko. “A livello antropologico, siamo tutti africani. E ciò che accade in Africa accade a tutti noi”.
Nel pensiero di Lesley Lokko - (Ghana/Scozia) architetta, docente di architettura e scrittrice, già membro della Giuria Internazionale della 17. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia – l’Africa è Il Laboratorio del futuro.
“Siamo il continente più giovane del mondo – ha spiegato Lesley Lokko - con un'età media pari alla metà di quella dell'Europa e degli Stati Uniti, e un di decennio più giovane dell'Asia.
Siamo il continente con il più rapido tasso di urbanizzazione al mondo, con una crescita di quasi il 4% annuo. Questa crescita rapida e in gran parte non pianificata avviene generalmente a spese dell'ambiente e degli ecosistemi locali, il che ci pone di fronte al cambiamento climatico sia a livello regionale che planetario…”.
Con uno sguardo che da almeno trent’anni indaga la relazione tra 'razza', cultura e spazio, la curatrice vede nella Biennale di Venezia oltre che un laboratorio del futuro, “un tempo e uno spazio in cui si pongono interrogativi sulla rilevanza della disciplina per questo mondo - e per quello a venire”.
La Biennale di Architettura 2023 parte quindi dall’Africa ma non sarà sull’Africa ma sulla possibilità di creare un domani collettivo e rilevante facendo tesoro delle esperienze di un continente che da sempre, anche per necessità, si confronta con tematiche scottanti della contemporaneità. E le affronta con concretezza.