Con Hommage alla Galerie de l’Architecture a Parigi, il curatore Luca Molinari racconta Archea/Marco Casamonti attraverso il rapporto con i suoi committenti

La mostra Hommage alla Galerie de l’Architecture di Parigi, curata da Luca Molinari e dedicata a nove opere dello studio italiano Archea / Marco Casamonti, racconta l’architettura con un approccio decisamente sui generis.

Il curatore ha scelto di concentrare la sua riflessione non tanto (o non solo) sulle opere realizzate, ma sull’elemento fondamentale che ne ha reso possibile lo sviluppo: il dialogo costante tra architetto e committente.

Si tratta di un punto di vista tanto interessante quanto inedito, come ci ha spiegato lo stesso Luca Molinari.

Leggi anche: Lo studio Archea firma Alban Tower a Tirana

La committenza al centro: perché?

Luca Molinari: “Accade spesso che gli architetti si parlino addosso, e che il pubblico dimentichi come dietro ogni grande architettura ci sia un committente visionario.

Con questa mostra, in totale sintonia con Archea, ho voluto raccontare lo sguardo di chi ha reso possibile la creazione di opere straordinarie che, senza quel supporto, non sarebbero mai esistite”.

Come si dà voce alla committenza in uno spazio dedicato all’architettura?

Luca Molinari: “In questo caso, dandole letteralmente voce: ho realizzato nove lunghe video interviste con i committenti, recandomi fisicamente da loro e affrontando l’iniziale ritrosia che avevano all’idea di intervenire ufficialmente in questo percorso narrativo.

Non dimentichiamo che si tratta di imprenditori, persone colte ma che probabilmente non pensano di avere un ruolo rilevante su queste tematiche. La realtà è invece opposta: ce l’hanno eccome. Le migliori architetture nascono quando c’è un’affinità elettiva tra architetto e committente”.

Cosa l’ha colpita di più durante queste conversazioni?

Luca Molinari: “Innanzitutto, l’enorme potere persuasivo delle Cantine Antinori, un progetto che considero tra le opere più importanti del nuovo secolo. Per committenti asiatici e albanesi, è stata proprio la realizzazione di questo edificio a convincerli a collaborare con Archea.

In secondo luogo, la seduzione che l’italianità esercita ancora oggi sulle committenze: la percepiscono come sinonimo di autenticità, onestà della materia e buon gusto, capace di emergere mescolando ingredienti semplici ma di altissima qualità. Un po’ come accade nella cucina italiana”.

Cosa cercano i grandi committenti in un architetto?

Luca Molinari: “Tutti coloro con cui ho parlato hanno scelto Archea perché cercavano ambizione: un architetto capace di promettere visioni audaci.

Il sogno di chi costruisce è sempre il landmark, il monumento contemporaneo. Ma questo deve essere realizzato rispettando e integrandosi con il territorio. Le buone architetture diventano elementi identitari e distintivi”.

Qual è il segreto di un buon rapporto tra architetto e committenza?

Luca Molinari: “Bisogna saper creare una sintonia autentica: il committente deve sentire, a lavoro finito, che l’opera è anche sua. Perché, di fatto, lo è. Questo richiede una progressiva opera di seduzione, fatta di dialogo e soprattutto di ascolto.

Tutti i committenti con cui ho parlato hanno descritto la crescita del rapporto attraverso numerosi incontri e scambi colloquiali. Quando scatta la scintilla, entrambe le parti sanno che si può alzare l’asticella”.

Come è organizzata la mostra?

Luca Molinari: “Lo spazio della Galérie de l’Architecture – un grande ambiente bianco – è allestito con pareti curve su cui sono collocati schermi.

Sullo schermo centrale vengono proiettate, a turno, le nove video interviste che ho realizzato in giro per il mondo, mentre sugli schermi laterali scorrono le immagini delle architetture.

Al centro dello spazio si trovano le maquette dei nove edifici, candide come la struttura che le accoglie”.

Le opere presentate alla Galérie de l’Architecture e i loro committenti:

  • Cantina Antinori nel Chianti Classico, Firenze (Piero Antinori)
  • Viola Park, Firenze (Rocco Commisso)
  • Edificio per la Manovia, Firenze (Ferruccio Ferragamo)
  • Air Albania Stadium, Tirana, Albania (Edi Rama, Idaket Ismailaj)
  • Alban Tower, Tirana, Albania (Ilban Xhaferi)
  • Breus Art Center, Tbilisi, Georgia (Shalva Breus)
  • Kiss Bridge, Phú Quốc, Vietnam
  • Ecepdi Energy Center, Shanghai, Cina (Gu Jin)
  • Hope Square Building, Taipei, Taiwan (Diana Lin, Stiven Peng).