Le mostre da vedere a dicembre hanno a che fare con la creatività visionaria dell’invenzione.
Si comincia con Riccardo Dalisi, geniale designer napoletano d’adozione che, mentre lavorava su un progetto per una caffettiera (prodotta da Alessi e premiata con il Compasso d’Oro), ha immaginato un popolo di caffettiere-marionette della tradizione popolare (a Roma).
Nuoro invece ospita una iperconcettuale esposizione, frutto di un dialogo tra la curatrice Maddalena D’Alfonso, l’artista Patrick Tuttofuoco e l’architetto e designer di Pininfarina Architettura Giovanni de Niederhäusern sul tempo della creatività; mentre a Padova va in mostra lo scenario mentale di Esther Stocker, giocoliera della percezione visiva che si fa beffa di matematica e geometria.
Torino parla di fotografia e ambiente con gli scatti di Luca Locatelli a raccontare le buone pratiche per la salvaguardia del pianeta in ordine all’economia circolare. Milano guarda a Ron Mueck, un artista da scoprire tra maxi sculture capaci di far riflettere sulla nostra temporaneità, mentre Lucca ci racconta della prima (forse) epica partita di calcio della storia, quella giocata a Lucca nel 1662!
Infine, Bologna: un regalo in vetrina con il restauro di un pezzo della coppia Ico Parisi e Luisa Aiani. Buona visione!
Riccardo Dalisi, Radicalmente, MAXXI, Roma, fino al 3 marzo 2024
Geniale, anticonvezionale, fuori dagli schemi e capace di fantasiose astrazioni architettoniche, Riccardo Dalisi è uno dei progettisti italiani più curiosi e creativi degli ultimi decenni. A un anno dalla sua scomparsa, il MAXXI gli dedica un’importante retrospettiva nell’ambito di un’indagine sul Mediterraneo come luogo del dialogo e come custode del patrimonio culturale e identitario. Accanto al lavoro di Dalisi infatti è in corso anche una mostra dedicata a Mimmo Jodice, che con la sua fotografia ha ben indagato il territorio del Mare Nostrum.
Ma (forse) è un’altra storia, anche se entrambi raccontano la “mediterraneità”. Quella di Dalisi parla di architetture, realizzate, progettate o anche solo fantasticate. Ci sono così gli edifici della Borsa Merci di Napoli, realizzata con Michele Capobianco e Massimo Pica Ciamarra nel 1964, ma anche le ristrutturazioni necessarie dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980 e passate alla storia come “restauri creativi”, fino alle sue gigantesche caffettiere, frutto di una ricerca svolta tra il 1979 e il 1987 per Alessi e premiata con il Compasso d’Oro.
Una caffetteria infatti andò in produzione, ma quel lavoro creativo ha generato anche centinaia di oggetti a metà strada tra la caffettiera e la marionetta, che richiamano personaggi della tradizione partenopea e non solo: ci sono, per esempio, i Totocchi, esseri ibridi tra Totò e Pinocchio… Molto interessante poi il lavoro sulla sedia che, a partire da un piccolo esemplare in legno di recupero realizzato da una bimba napoletana, Dalisi ha fatto interpretare da artisti e designer come Andy Warhol, Joseph Beuys, Ettore Sottsass, Enzo Mari, Bruno Munari, Paolo Portoghesi, Superstudio, Archizoom, Zziggurat, 9999, Aldo Rossi, Franco Purini, Franco Raggi, Ugo La Pietra, Gae Aulenti…
A chi piacerà: ai cerca-storie, ai narratori con matita alla mano, ai progettisti sognatori.
Informazioni utili: Galleria 4 - MAXXI, via Guido Reni 4/A, Roma, aperto da martedì a domenica in orario 11 - 19.
Il resto dell’alba. Pininfarina Architecture e Patrick Tuttofuoco, MAN, Nuoro, fino al 3 marzo 2024
Una mostra filosofica quella che ospita il Man. Per tante ragioni, la prima va rintracciata proprio nella sua concezione, un confronto teorico tra Maddalena d’Alfonso, curatrice e museografa, l’artista Patrick Tuttofuoco e l’architetto Giovanni de Niederhäusern, vicepresidente di Pininfarina Architettura, a proposito di spazio e tempo dell’arte. Ne è nata così un’opera che interpreta il virtuale in uno spazio fisico dell’ipertecnologia.
Non solo. Lo spazio dell’arte è inteso come spazio esperienziale, ma creato grazie a prototipazioni digitali che integrano il pubblico con l’opera stessa, attivando entrambi a ragionare sul tempo dell’arte, un inevitabile mix tra passato, presente e futuro. Dove andiamo e da dove veniamo sono le più classiche delle domande, rappresentate qui da un sole nascente, un’alba, capace di tenerci in sospeso sul presente.
A chi piacerà: agli appassionati delle contaminazioni tra arte e architettura, magari interattive.
Informazioni utili: Museo Man, via S. Satta 27, Nuoro, aperto da martedì a domenica in orario 10 -19.
Esther Stocker. Uno scenario mentale, Fondazione Alberto Peruzzo, Padova, fino al 3 marzo 2024
La psicologia della percezione è alla base del lavoro artistico di Stocker, altoatesina di nascita ma viennese di adozione. Che declina questa ricerca in ambito matematico e geometrico per trasformare lo spazio espositivo in uno scenario mentale in bianco e nero, distante dall’ordine razionale che pure lo costituisce.
Un processo di compressione, accartocciamento, qualcosa che precede l’atto finale della distruzione caratterizza i volumi esposti a terra, sospesi o appoggiati alle pareti, tutti decorati con pattern geometrici.
La matematica esplode, oppure implode, il ritmo apparentemente ordinato subisce continue deviazioni visive interrompendo la bidimensionalità, per generare piuttosto stupore e meraviglia nello spettatore. Che è costretto a indagare sulla (propria) capacità percettiva. Un viaggio interessante tra psicologia, arte, matematica e architettura dello spazio espositivo.
A chi piacerà: La scoperta di un territorio fuori dagli schemi sarà motivo di curiosità per tutti, sicuramente per chi indaga la progettazione e la percezione.
Informazioni utili: Fondazione Alberto Peruzzo, Nuova Sant’Agnese, via Dante Alighieri 63, Padova, aperta da mercoledì a domenica in orario 11 - 19.
Luca Locatelli. The Circle. Soluzioni per un futuro possibile, Gallerie d’Italia, Torino, fino al 18 febbraio 2024
Una mostra molto speciale questa perché riporta la fotografia alla sua primissima funzione di documentare: raccontare cose lontane, che altrimenti non si potrebbero vedere per conoscerle, sebbene filtrate dallo sguardo del fotoreporter. Ebbene, qui Luca Locatelli, vincitore nel 2020 del World Press Photo per la sezione Environment Stories, racconta l’economia circolare nel mondo. Su commissione di Intesa Sanpaolo e il supporto di Ellen MacArthur Foundation, il fotografo italiano ha viaggiato negli ultimi due anni attraverso l’Europa alla ricerca di pratiche e storie emblematiche e replicabili che aprissero il dibattito sulla transizione ecologica e sullo stato del pianeta.
Le buone pratiche, le Nature Based Solutions, dunque sono racchiuse in 70 opere tra scatti e video realizzati tra Austria, Francia, Germania, Islanda, Norvegia, Romania, Slovenia, Spagna, Svizzera e in Italia, con progetti in Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto.
A chi piacerà: agli appassionati di fotografia e a chi ha a cuore il futuro del pianeta.
Informazioni utili: Gallerie d’Italia, piazza San Carlo 156, Torino, aperto da martedì a domenica in orario 9.30 - 19,30, il mercoledì fino alle 22.30.
Ron Mueck, Triennale, Milano, dal 5 dicembre 2023 al 10 marzo 2024
Cosa rappresenta il teschio umano nell’iconografia dell’arte occidentale? E in quella contemporanea? Sicuramente un oggetto ad alto valore simbolico, ma anche un elemento attraente e affascinante per descrivere un mondo altro, finanche elemento spaventoso di un fine vita più o meno imminente.
Tra il magico, il gotico e il deprimente, il teschio ha anche un potere vivificante di incitare alla vita nel suo fare da memento mori. Insomma, indagare le potenzialità del teschio umano può aprire tantissime strade, inclusa quella che conduce a Ron Mueck.
Artista australiano di casa a Londra, già approdato a Milano grazie a Fondation Cartier che lo aveva esposto nell’ambito della 23ª Esposizione Internazionale di Triennale Milano nello scorso anno, ora torna nella stessa sede con una personale di opere monumentali, tra cui la sua forse più famosa: Mass, installazione che fa parte della collezione della National Gallery of Victoria (Melbourne), composta da 100 sculture giganti a forma di teschio. Un tuffo, per gli spettatori, dentro i mille e ambivalenti significati della rappresentazione del cranio umano.
A chi piacerà: a chi vuole scoprire l’arte contemporanea e a chi ama le installazioni.
Informazioni utili: Triennale, viale Alemagna 6, Milano, aperta dal 5 dicembre al 10 marzo, da martedì a domenica in orario 11 - 20.
Nobili svaghi. Il gioco del calcio. Lucca 1662, Chiesa di S. Franceschetto, Lucca, fino al 7 gennaio 2024
Ci sono partite di calcio che hanno fatto la storia, per imprimersi per sempre nell’immaginario collettivo. E quella che si è giocata il 18 gennaio 1662 a Lucca probabilmente è la prima di questa lunga serie.
Certamente la straordinarietà di quel match è quello di essere stato indetto per onorare la visita dell’arciduca Ferdinando Carlo d’Austria e d’Innsbruck (1628-1662) insieme alla consorte Anna de’ Medici e alla figlia Claudia Felicita, ospiti nei palazzi Buonvisi e Busdraghi. Ma soprattutto quello di essere stato dipinto da Camillo Ciai, abilissimo pittore, che incornicia la partita con un sipario rosso, quasi fosse ospitata in un teatro. Il gioco del calcio era una consuetudine con tanto di dettagliata legislatura nella Lucca di allora, ma giocare era parecchio più complicato di oggi, basti pensare che in campo scendevano nientemeno che 150 giocatori per squadra!
Il dipinto di Ciai è ora esposto alla Chiesa di S. Franceschetto, grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, che ha recentemente acquistato l’opera.
A chi piacerà: ai curiosi e agli appassionati di calcio.
Informazioni utili: Chiesa di San Franceschetto, aperta sabato e domenica dalle 10 alle 19.
Ico Parisi, Garage Bentivoglio, Bologna, dal 13 dicembre al 20 gennaio
Garage Bentivoglio è un nuovo spazio espositivo bolognese ideato e curato da Davide Trabucco come vetrina. In questo spazio fruibile direttamente dalla strada, Trabucco espone alcuni pezzi della collezione e dicembre sarà l’occasione per vedere un pezzo importante della produzione di Ico Parisi: la camera Positano, disegnata con la moglie Luisa Aiani e realizzata da MIM (Mobili Italiani Moderni) nel 1958.
Il pezzo è entrato nella collezione di Palazzo Bentivoglio per un caso: è stato acquistato al mercato Piazza Grande, un’istituzione a Bologna per il recupero di vecchi mobili i cui proventi aiutano i poveri.
E ora, debitamente restaurata, la camera è in mostra in via del Borgo di San Pietro: un’occasione fantastica per riscoprire la creatività di una coppia storica del design italiano, a lungo trascurata. Palazzo Bentivoglio, poi ospita la mostra dedicata al pittore Felicissimo Giani: un viaggio nel mondo del più romantico dei pittori neoclassici pensato e progettato però nel suo allestimento dall’architetto e designer Franco Raggi.
A chi piacerà: agli appassionati del design, a chi si interessa di restauri conservativi e ai curiosi.
Informazioni utili: Garage Bentivoglio, via del Borgo di San Pietro 3A, Bologna, da mercoledì a sabato in orario 19 - 23.