1. Yuko Mohri, padiglione giapponese, Biennale Arte 2024
Uno degli artisti che incuriosisce di più è, ad esempio, Yuko Mohri che rappresenterà il Giappone. L’artista 43enne, originaria della prefettura di Kanagawa, studia da anni gli effetti benefici delle crisi.
Cosa significa esattamente? Lo spiega lei stessa: “Ciò che mi interessa è come una crisi possa accendere i più alti livelli di creatività nelle persone”.
Per dare forma alla sua mostra Mohri - che nel 2025 sarà protagonista di una personale all’Hangar Bicocca di Milano dove si esploreranno fenomeni fisici come la gravità e il magnetismo - si è ispirata ai racconti dei lavoratori della metro di Tokyo che sfruttano in maniera geniale oggetti di uso comune per bloccare le perdite d’acqua che si verificano nelle varie stazioni.
All’interno del padiglione nipponico ci saranno echi della pandemia, ma anche riferimenti alle violente inondazioni che hanno colpito Venezia nel 2019 e le proteste dei giovani attivisti in nome dell’ecologia e della sostenibilità ambientale.
Yuko, che impiega il suono e il movimento per creare installazioni cinetiche site-specific combinando oggetti ready-made e circuiti elettrici, realizzerà un’opera a forma di frutta in decomposizione attaccata a elettrodi che generano luce e note.
Curatore dell’ambizioso progetto è Sook-Kyung Lee, ex direttrice della 14ma Biennale di Gwangju, attuale Senior Curator alla Tate Modern di Londra e punto di riferimento della critica d’arte in Asia.