Valcucine continua il percorso e impegno sul tema della sostenibilità portato avanti dal proprio co-fondatore, il designer Gabriele Centazzo, promuovendo un progetto curato da Alessandro Biamonti, che ha visto impegnati otto designer.
Mercoledì 21 febbraio, nello showroom Valcucine di Milano Brera, i designer Stefano Citi, Maurizio Lai, Francesco Librizzi, Raffaella Mangiarotti, Philippe Nigro, Lorenzo Palmeri, Federico Peri e Ilkka Suppanen, hanno raccontato la sfida di immaginare un oggetto fragile, trasparente e prezioso come il vetro, al quale affidare il proprio messaggio per un Altro Mondo.
Demiurgo delle 8 opere il soffiatore e artista del vetro Massimo Lunardon.
Il vetro, con la sua fragilità, è un materiale concettualmente stimolante al quale viene spesso affidata la protezione di oggetti importanti: dalle teche dei musei alle bottiglie alle quali, nell’immaginario storico, i naufraghi affidano i loro messaggi.
Valcucine e Spotti Milano hanno presentato le opere contestualizzandole in un concept che unisce la sapienza di una macchina leonardesca, all’incoscienza di un alieno che la muove. Non siete i padroni ma solo un dente di un ingranaggi è il nuovo aforisma che ha ispirato la scenografia curata dagli stessi Massimo Lunardon e Gabriele Centazzo.
Il messaggio per un altro mondo non si fermerà ad una nobile riflessione sul futuro dell’ambiente, ma avrà un risultato tangibile grazie all’asta che verrà organizzata per la vendita delle 8 opere esposte e il cui ricavato verrà devoluto a Bioforest, la prima associazione ambientalista di industriali italiani. L’asta verrà supportata dalla piattaforma online CharityStars.com.