A Fiere di Parma, dal 12 al 20 marzo 2022, il salone dell’antiquariato, del collezionismo e del design storico

E’ la durabilità, l’altra faccia della sostenibilità: design storico e modernariato, arredi di altri tempi che hanno attraversato epoche e mode di generazione in generazione, ora pronti per una nuova vita. Sono questi “arredi felici” che non invecchiano mai, vuoi per la bellezza del progetto ideativo vuoi per la qualità dei materiali, i protagonisti (insieme ad arte e antiquariato) di Mercanteinfiera.

40 mila metri quadrati di superficie espositiva, quattro padiglioni e mille espositori per mille microcosmi di arredi sentimentali capaci di mixare archeologia, antiquariato (sono quattro i secoli di storia dell’arte rappresentati) e design storico (Franco Albini, Gaetano Pesce, Sottsass, Caccia Dominioni, Gio Ponti, Colombo, Fornasetti, Arne Jacobsen, Riccardo Giovannetti solo per citarne alcuni). C’è il collezionismo vintage firmato Chanel, LV, Hermès, Versace, Gucci o Manolo Blahnik, brand che hanno nobilitato l’effimero e poi le bizzarrie.

Un salone dalla forte attrattiva internazionale che, come afferma Ilaria Dazzi exhibition director: “Riparte sulla base dell'ottimo risultato conquistato l'autunno scorso con 50 mila visitatori e circa 5 mila buyer, confermando una fedeltà al salone per certi versi inaspettata. Le premesse per una 26esima edizione di grande successo ci sono tutte, ce lo dicono le richieste di buyer e professionisti che stanno arrivando da mezzo mondo”.

Partivano i bastimenti. Home sweet home America”, è la prima mostra collaterale, curata da Massimo Cutò, giornalista e collezionista, che prevede tre sezioni: il fenomeno emigrazione, le navi e la traversata: dai poster delle eleganti navi alle réclame dei prodotti italiani simbolo di un pionieristico made in Italy; dalle foto di famiglia incorniciate tra le due bandiere a suggello dell’integrazione nel Nuovo Mondo ai manuali per diventare “bravi cittadini stranieri”, alle schede sanitarie di Ellis Island che decretavano l’inizio o la fine del sogno.

Olivetti #StoriadiInnovazione è il titolo della seconda mostra collaterale realizzata in collaborazione con l’Associazione Archivio Storico Olivetti di Ivrea. Un percorso distinto in tre tappe (macchine da scrivere, macchine da calcolo, pc stampanti e registratori di cassa) che vuole offrire una riflessione sul concetto di design secondo Adriano Olivetti: metafora di responsabilità verso l’ambiente, le persone, il destino del prodotto e della società. Tra i modelli in esposizione, la Lettera 22: disegnata dall’architetto Marcello Nizzoli, conquistò grandi giornalisti e scrittori da Indro Montanelli a Oriana Fallaci, da Enzo Biagi a Gianni Mura fino a Ernest Hemingway.