Per la sua prima personale in un’istituzione pubblica italiana, Marc Camille Chaimowicz ha concepito un progetto espositivo legato alla storia e all’architettura del Palazzo dell’Arte (sede della Triennale di Milano) attraverso opere che rivelano affinità formali ed emotive con la più onirica tra le avanguardie storiche – la Metafisica – e con le esperienze artistiche che ne hanno raccolto l’eredità.
Chaimowicz è un precursore dell’approccio multidisciplinare; a partire dagli anni 70, la sua pratica installativa e performativa ha anticipato l’attitudine, oggi molto diffusa, di coniugare arti visive con coreografia, regia e curatela.
Aperto a commistioni con design, letteratura e teatro, l’artista ha dedicato interi corpus di opere a personaggi fondamentali per la sua formazione come, tra gli altri, Jean Cocteau, Jean Genet e Gustave Flaubert, figure della malinconia e della ribellione.