Una vita da Bohème
Illica ha 22 anni quando si trasferisce a Milano, città che nel 1879 è agli albori del progresso: le prime vetrine illuminate in Galleria Vittorio Emanuele, le prime carrozze e i primi strilloni, in un clima di grande fermento intellettuale e sociale. “Scapigliato a sua insaputa Illica lo era fin da piccolo, [...] denominato ‘Il Bizzarro’, in Comune di Castell’Arquato” – racconta Schiavi.
Dopo l’apprendistato giornalistico milanese al Corriere della Sera, allora diretto da Eugenio Torelli Viollier, Illica si trasferisce a Bologna: lì, mosso da idee di lotta contro l’ipocrisia della politica e l’egemonia culturale della Chiesa, nel 1881 fonda con Luigi Lodi e l’avvocato Barbani Brodano il quotidiano Don Chisciotte, che ha in Giosuè Carducci la sua punta di diamante.
Schiavi disamina e ripercorre gli anni del Don Chisciotte, definendolo un giornale “glocal, globale e locale insieme.”: è in questa sintesi di storia e società, stile e linguaggio, ideali e creatività che la storia giornalistica dell’arquatese ci aiuta a riflettere sul giornalismo di oggi.
Quando nel 1882 Illica torna a Milano, lavora con Paolo Valera e altri giornalisti nell’inchiesta intitolata “Il ventre di Milano”, atto d’accusa contro il progresso che dimentica l’umanità, e con Giacosa collabora a La Lettura (L’Inserto culturale del Corriere della Sera, nato nel 1901 per volere del direttore Luigi Albertini, sospeso con la Seconda guerra mondiale e reinventato nel 2013), che Giacosa dirige dal 1901 al 1906.