Halo di Moritz Waldemeyer al London Design Festival 2023
Meno nota di Saint Paul’s, la Chiesa di St Stephen Walbrook progettata Sir Christopher Wren è uno spazio decisamente raccolto e prezioso. Architettonicamente, una sorta di prova generale per St Paul’s visto che è qui che Sir Christopher Wren testò per la prima volta una modalità alternativa di costruzione di una cupola: posizionandone la base non su un quadrato ma su un cerchio, sviluppato in altezza attraverso 8 archi appoggiati su 12 colonne.
In Halo, un’opera cinetica e meditativa in cui algoritmi e luce digitale si mescolano a poesia, architettura e arte, Moritz Waldemeyer celebra tutta la grandezza di Sir Christopher Wren: che fu un architetto ma anche un astronomo, un matematico e un fisico.
Halo è un pendolo in ottone dalla forma schiacciata appeso alla lanterna della cupola della chiesa grazie a un filo invisibile di 20 metri. Sopra la base a forma di piattino c’è una striscia di LED programmata per inviare una luce su e giù per il pendolo: la luce è perfettamente sincronizzata per seguire il percorso di un alone inclinato durante una sua rotazione.
Il pendolo dunque oscilla a pochi centimetri dal bordo dell’altare in marmo travertino scolpito da Henry Moore e la luce ondeggia insieme a esso secondo un movimento che è allo stesso tempo circolare, intorno all’altare tondo, e verticale, cioè lungo il cavo.
Se si osserva il movimento del pendolo con una macchina fotografica a lunga esposizione, per 10s, la luce lascia nello spazio una scia luminosa che disegna un’aureola (da qui il nome, Halo).
“Il pendolo si ispira a esperimenti condotti da Sir Christopher Wren, che fu anche un grande astronomo”, spiega Moritz Waldemeyer che abbiamo incontrato in occasione dell’inaugurazione dell’installazione del London Design Festival.
“È anche realizzato in ottone, un materiale che Wren riconoscerebbe, viene azionato manualmente, come avrebbe fatto lui ed è sottoposto alle stesse sollecitazioni fisiche e restrizioni, quindi spiraleggiando verso l'interno molto lentamente nel tempo a causa dell'attrito dell'aria. Ogni tanto deve essere riattivato, il che trasforma l'installazione in una performance”.
Osservare Halo è quindi un’esperienza quasi meditativa, arricchita dalla presenza di proiezioni sulla cupola, “ispirate a fenomeni cosmici che affascinavano Christopher Wren, che fu anche astronomo”, conclude Waldemeyer. Ma anche un’occasione per scoprire il pensiero di Sir Christopher Wren e la sua poetica, secondo una modalità non didascalica