Il Festival al Victoria&Albert Museum
Il London Design Festival rinsalda la collaborazione, giunta al 13esimo anno, con il Victoria&Albert Museum.
Il museo, mecca per gli appassionati di arte, moda, design, costume, tradizioni, gioielleria, storia (e molto altro), ospiterà una serie di installazioni e mostre sul tema della trasformazione, dall'evoluzione di molecole e materiali al rinnovamento creativo degli oggetti domestici e alla rigenerazione del Pianeta.
Tra i numerosi progetti, R for Repair, guidato dal DesignSingapore Council e dal National Design Center di Singapore, e co-curato da Hans Tan Studio e Jane Withers Studio, in cui i designer di Singapore ripareranno gli oggetti del Regno Unito e i designer britannici quelli di Singapore, in uno scambio interculturale animato da differenti interpretazioni della quotidianità.
Leggi anche: la riparazione come processo creativo genera un valore aggiuntivo
Negli spazi del V&A spiccherà Plasticity, una scultura monumentale, disegnata da Niccolò Casas, stampata in 3D da Nagami, e realizzata da Parley for the Oceans riutilizzando i rifiuti di plastica marina.
E ancora: The Libanese House: save a home, saving a city, un'installazione di Annabel Karim Kassar che esplora la ricostruzione di Beirut dopo l'esplosione del 2020, un'opera che sottolineerà gli effetti di questo avvenimento disastroso sull'identità culturale della città.
Infine, poetica, l'installazione-performance Material Experiments, dove l'artista canadese Omer Arbel incanterà il pubblico nel John Madejski Garden in un coinvolgente studio di soffiatura del vetro, trasformando antichità in rame e vetro acquistate nei mercatini delle pulci e nei negozi vintage in una serie di 113 nuovi manufatti