Cinque mostre in Italia da non perdere questa settimana e perché andare a vederle: a Roma, Milano, Forte dei Marmi, Bologna e Palermo. Con un piccolo focus su ArtCity

L’idea prende forma nel disegno. Poi si realizza attraverso i mezzi espressivi più diversi, dall’ingegneria all’artigianato artistico. Così l’arte apre mondi inconsueti, inattesi soprattutto, con il suo domandare.

Pone questioni al suo pubblico, dirette come quelle sul suo esistere e sul suo significato, ma anche indirette, sul rapporto che instaura con chiunque la stia guardando. Lo sguardo genera dialogo con sé ma anche con gli altri. Allora è la collettività a entrare in scena nella sua relazione con la storia, con lo spazio e con l’ambiente.

Ecco di cosa parliamo questa settimana, a cominciare dal lavoro dell’architetto Angelo Mangiarotti per la prima volta esposto in una mostra molto completa tra architettura, scultura e disegno.

Il suo approccio materiale e essenziale al fare architettura si concentra a lungo su due singoli elementi, la trave e il pilastro. Sono questi al centro anche del costruire, oggetto di una mostra molto interessante al Maxxi sul rapporto tra architettura e ingegneria dal dopoguerra a oggi.

Dal disegno alla realizzazione, esattamente come nella mostra dedicata a Henri Beaufour: i disegni e le opere su carta sono studi della forma che poi diventerà oggetto nelle sue sculture in marmo, ma anche in bronzo e ceramica.

L’ironia guida i suoi lavori, composti ma sempre fortemente impulsivi, capaci di una interazione con il pubblico forte. Così lo spazio occupato da un tappeto che diventa sede di relazioni nel lavoro di Viel, in quello delle sculture alfabetiche di Schödl e nelle diverse proposte di quattro giovani artiste iraniane, fino al cinema di Yuri Ancarani.

Perché vederle: sono mondi a confronto che generano a loro volta confronti con il presente le mostre che abbiamo selezionato qui, con un occhio di riguardo al disegno inteso come studio dell’opera. O dello spazio, o di un film o di un pensiero filosofico. Ecco perché vederle: consentono di ragionare sull’ideazione.

Angelo Mangiarotti. Quando le strutture prendono forma, in collaborazione con Fondazione Angelo Mangiarotti, con la partecipazione di Renzo Piano e la curatela di Fulvio Irace, Triennale, Milano fino al 23 aprile

Quella appena inaugurata alla Triennale è la più completa retrospettiva mai proposta sul lavoro dell’architetto Angelo Mangiarotti.

Esponente essenziale nel panorama italiano della cultura del progetto, Mangiarotti infatti è stata una figura poliedrica che si è fatta conoscere per le sue sperimentazioni.

Due gli elementi centrali del suo fare architettura, la trave e il pilastro, come un ritorno alle origini o all’essenza del costruire e del progettare, che ha declinato per tutta la vita in una straordinaria gamma di variazioni sul tema.

Un vero artista, che si esprimeva attraverso l’architettura, il design e la scultura. E il pubblico è invitato a perlustrare questo mondo, lungo un percorso espositivo che presenta moltissimi disegni di Mangiarotti, testimoni del suo processo ideativo ed espressivo, accompagnati da fotografie, anche in grande formato, e materiali d’archivio (maquette incluse), accanto alle sculture.

Completa la mostra la proiezione del video Un Angelo su Milano: Mangiarotti e la città, realizzato appositamente per l’esposizione da Francesca Molteni, Muse Factory of Project. Perché Milano, benché Mangiarotti fosse un architetto internazionale, è stata teatro di molte delle sue scorribande creative.

Oltre ad essersi imposto nella storia dell’architettura per i suoi progetti di fabbriche e piccole industrie e di realtà abitative, è anche noto come l’architetto della prefabbricazione, uno strumento interessante per le infinite possibilità combinatorie del materiale da assemblare, che consentiva all’architetto quasi di scomparire, in una sorta di ideale dell’architetto anonimo.

Il suo desiderio era quello di fungere da stimolo creativo, attraverso i suoi progetti, per le generazioni future.

A chi piacerà: a chi crede che la creatività si esprima in ogni forma del vivere umano, a chi ama la storia dell’architettura, a chi cerca l’essenziale

Informazioni utili: Triennale di Milano, viale Alemagna 6. La mostra è aperta dal martedì alla domenica in orario 11 - 20.

Technoscape. L’architettura dell’ingegneria. A cura di Pippo Ciorra, Maristella Casciato, Maxxi, Roma, fino al 10 aprile

Cosa significa costruire? Quali relazioni instaura questa azione con lo spazio, l’ambiente e l’uomo? E ancora, con cosa possiamo costruire? Quali sono i materiali migliori?

A queste (e molte altre) domande cerca di rispondere questa interessante esposizione che indaga il rapporto tra architettura, ingegneria strutturale e innovazione ecologica, tecnologica e digitale.

Parlano edifici che hanno fatto la storia, dal palazzetto dello sport disegnato da Nervi a Roma all’opera di Sidney, dalla Multihalle olimpica di Frei Otto o il Beaubourg di Parigi fino ai lavori di Mamoru Sasaki e degli altri strutturisti giapponesi, la cui esistenza è dovuta alla stretta collaborazione tra architetti e ingegneri.

E poi, il viaggio prosegue sino ad oggi, con le proposte di sette centri di ricerca universitari di tutto il mondo, dal MIT (Massachusetts Institute of Technology), passando per Princeton, alle maggiori università politecniche europee compreso lo IUSS di Pavia.

Il termine costruire si amplia e allora riguarda anche i tessuti, il cemento ultraleggero e le fibre vegetali come materiale edile, nella considerazione del paesaggio come un fantastico agente di contrasto alle catastrofi.

A chi piacerà: a chi pensa che il futuro sia già presente nelle opere del passato, a chi crede nella multidisciplinarietà e nella sinergia

Informazioni utili: Maxxi, Roma, via G. Reni 4/A. La mostra è aperta da martedì a domenica in orario 11 - 19.

ArtCity Bologna, luoghi vari della città, fino al 5 febbraio

In occasione di Arte Fiera, Bologna da il via ad Art City, una manifestazione che coinvolge molte sedi museali della città con un calendario veramente ricco. Qui segnaliamo tre appuntamenti, ma sul sito di artcity potete trovare il programma completo.

Leggi anche: Arte Fiera 2023: le novità, e l’allestimento (recuperato) di Mario Cucinella

Voci dall’abisso. Quattro artiste iraniane a Bologna è una piccola collettiva molto significativa che presenta il lavoro di Pegah Pasyar, Reyhaneh Alikhani, Golzar Sanganian e Khorshid Pouyan, i cui percorsi si sono intrecciati all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove si sono diplomate.
Quattro linguaggi diversi, dalla pittura a olio alla scultura, dalla grafica alle installazioni, dal riuso dei materiali all’antica tecnica di tessitura kilim, parlano di cultura persiana, di liberà, amore, sofferenza e identità. Galleria di Palazzo Fava – Palazzo delle Esposizioni, via Manzoni, 2, Bologna, dal 2 al 5 febbraio, ingresso libero.

Yuri Ancarani presenta il suo Atlantide 2017 - 2023 come un esploso del film Atlantide presentato in anteprima nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia nel 2021 e, a seguire, in numerosi festival internazionali: un viaggio all'interno del processo di ricerca e dei numerosi materiali prodotti nell’arco di circa sei anni, prima, durante e dopo la realizzazione del film.

Che a sua volta è molto interessante: uno squarcio sulla vita dei ragazzi di Sant’Erasmo, un’isola della laguna di Venezia, tra degrado e violenza che si trasforma in un viaggio psichedelico a Venezia, città fantasma.

Mambo, sala delle ciminiere, via don Minzoni 14, dal 2 febbraio al 7 maggio.

Lo spazio è al centro di un lavoro creativo sulla forma e sul linguaggio, dove protagonista è il segno.

Si tratta delle opere di Greta Schödl, artista austriaca di casa a Roma sin dagli anni 50, che lavora sull’alfabeto come strumento di comunicazione capace di suggerire forme alternative di espressione e interpretazione. Così lettere e simboli perdono il loro significato semantico per diventare astratti, in uno spazio creativo che si dilata e si moltiplica, quasi come una partitura musicale.

In mostra per Il segno traccia del nostro vissuto, Labs Contemporary Art, Via Santo Stefano 38, Bologna, fino all’11 marzo.

A chi piacerà: a chi pensa che l’arte sia un linguaggio universale, a chi ama scoprire le città attraverso i suoi musei e a chi sarà a visitare Arte Fiera.

Informazioni utili: Tutte le informazioni sugli appuntamenti di ArtCity Bologna sono sul sito https://www.culturabologna.it/documents/artcity

Henri Beaufour. Expression, a cura di Valerio Dehò, Forte Leopoldo I, Forte dei Marmi, fino al 12 marzo.

Una scoperta interessante quella del Beaufour pittore, disegnatore e incisore. Perché l’artista francese di casa a Pietrasanta è noto soprattutto per le sue sculture in marmo (materiale che lo ha appassionato al punto da scegliere la cittadina toscana come luogo d’adozione per la sua vicinanza alle cave) ma anche in bronzo e ceramica.

Questa volta la scultura è affiancata da un’importante selezione di opere su carta, per scoprire quella pratica del disegno che, nelle parole dell’artista stesso, “permette di scegliere le forme della scultura che non è altro che un oggetto.”

In un dialogo serrato tra le diverse forme espressive procede il percorso espositivo che conduce il pubblico in un itinerario visionario in cui materia e forma sono portate agli estremi.

L’istinto allora sembra guidare l’atto creativo che però trova nel limite il punto di rottura. È lì il risultato, quello di una tensione estrema, espressa in un lavoro controllato e composto.

A chi piacerà: a chi vuole tuffarsi nel lavoro di un singolo artista e coglierne le ragioni più intime, a chi vola con la fantasia tra la storia dell’arte e la creazione indipendente.

Informazioni utili: Forte dei Marmi, Forte Leopoldo I, Piazza G. Garibaldi, 8A. La mostra è aperta da venerdì a domenica in orario 10 - 13 e 15 - 19 e il mercoledì al mattino.

Cesare Viel. Corpi estranei/Toccare un tesoro, Villa Zito , Palermo, fino al 4 marzo.

Il protagonista di questa mostra è un tappeto. Sarà proprio il tappeto a creare situazioni di inclusione, di dialogo, di attesa, di incontro e di viaggio (si sa, il tappeto è anche volante, come vuole la tradizione).

A idearlo e a produrlo in Iran è Cesare Viel che ha pensato a questo oggetto come oggetto narrante che si presta a diventare giaciglio, spazio di preghiera o di condivisione. Ma anche come corpo estraneo, che si aggiunge a qualcosa.

A un luogo, a una casa, ad altri arredi, a un paesaggio. Ecco quali sono gli elementi di questa esposizione che pone al centro la creazione di Viel per farla dialogare con le opere esposte a Villa Zito: Carlo Carrà, Renato Guttuso, Filippo De Pisis, Galileo Chini, Arturo Tosi.

Il tesoro del titolo? È il progetto, come afferma Viel. Che ha a che fare con il nostro rapporto con il vivere quotidiano e le scintille creative che questo ci suggerisce.

A cura di Elisa Fulco e Giulia Ingarao, è l’ultima tappa del progetto Corpi estranei, che si è svolto tra l’Italia e la Spagna, a partire dal settembre 2022, sotto forma di workshop, performance e nuovi modelli di produzione artistica.

A chi piacerà: a chi cerca l’altro, a chi ama il confronto e a chi crede nelle domande che l’arte pone a ognuno di noi.

Informazioni utili: Villa Zito, via della Libertà 52, Palermo. La mostra è aperta in orario 9.30 - 19.30. Chiusa il martedì.