Al via il Landscape Festival 2023, quest’anno a Bergamo e anche a Brescia: tra le installazioni, anche tre prodotte da Interni

Fino al 24 settembre, tra Bergamo e Brescia, è di scena la tredicesima edizione del Landscape Festival, appuntamento imperdibile per gli appassionati del verde e del connubio sempre più consolidato con il design.

Con oltre 2 milioni di visitatori nelle ultime dodici edizioni, il Landscape Festival torna a proporre riflessioni sul paesaggio con un tema attualissimo: Grow Together, crescere insieme, con la natura ma anche come comunità.

Il generare ispirazioni collettive si concretizza a partire dalla sinergia tra Bergamo e Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, fino alla collaborazione con Interni che porta al Festival tre installazioni esposte al Fuorisalone 2023 nella mostra evento Design Re-Evolution e l’anteprima assoluta del Padiglione Italia Expo 2025 Osaka La Città Ideale a firma di Mario Cucinella che verrà presentato il 12 settembre a Bergamo.

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“Abbiamo il dovere di fare di più di ciò che abbiamo ereditato”. Così apre il Festival il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori sottolineando come il Landscape Festival abbia, fin dalle prime edizioni, “anticipato la riflessione sulla centralità di un agire concreto rispetto al cambiamento climatico. A maggior ragione oggi che il problema è sotto gli occhi di tutti.”

Installazione dopo installazione, il tema dell’anno invita a interrogarsi su una diversa relazione con il mondo vegetale.

Snodo centrale è la Green Square - la Piazza Vecchia di Città Alta di Bergamo - dove si erge una struttura piramidale culla di oltre 10.000 giovani alberi progettata da Martin Rein-Cano architetto paesaggista e fondatore dello studio Topotek 1 di Berlino.

L’installazione “Grow together, Grow green / 10 k+”, presentata in anteprima nel cortile dell’Università degli Studi di Milano durante il Fuorisalone nella mostra INTERNI Design Re-Evolution, torna con una diversa forma grazie alle infinite possibilità offerte dall’uso di impalcature, dal montaggio agile e, soprattutto, riutilizzabili.

“La pandemia e gli effetti evidenti del riscaldamento globale ci impongono di cambiare il modo in cui progettiamo”, ha detto Martin Rein-Cano. “Senza verità, la bellezza è finta. Dobbiamo creare opere che vadano oltre il momento, opere aperte che si intreccino al social design. Come in una tavolata condivisa, dove il cibo viene preparato con cura per essere condiviso e consumato, così questa installazione vedrà il suo apice nell’atto collettivo della sua distruzione.”

Infatti, come già accaduto a Milano, tutte le piante forestali autoctone che compongono l’opera saranno destinate a progetti di rimboschimento e verranno adottate da cittadine e cittadini, custodi fino alla loro piantumazione. Tutto verrà riutilizzato, nulla diventerà rifiuto, anzi la collettività parteciperà a rendere più verde il territorio che abita.

Si prosegue verso l’Antico Lavatoio, dove l’installazione di Pedrali “Trame di Paesaggi”, curata da Olos Atelier, richiama la grammatica del territorio tra canneti, boschi e natura antropizzata. Un progetto suggestivo da indagare a strati per stimolare una riflessione sulla relazione uomo-natura e per allenare lo sguardo alla biodiversità.

In Piazza Mascheroni, si trova un giardino dove percepire gli effetti benefici della biofilia, la tendenza e il bisogno innato e umano di affiliarsi ad altre forme di vita. “Il Giardino del Benessere”, progetto realizzato da Elisabetta Fermani e Massimo Semola in collaborazione con Gardenia, avvolge il visitatore in un abbraccio che evoca il bosco. Un luogo dove fermarsi, incontrarsi, riposare e anche giocare a scovare tra le piante gli animaletti immaginari, opera di Giovanni Tamburelli.

A pochi metri da questo luogo di pace, l’installazione [PARENTESI VAIA] con opere fotografiche di Manuel Cicchetti e testi di Angelo Miotto obbliga a una sosta e ad una riflessione profonda sulle responsabilità che l’uomo deve assumersi rispetto alla cura e salvaguardia del Pianeta. Da un lato i risultati di costruzione e cementificazione dall’altro uno sguardo alla devastazione della Tempesta Vaia che, in Italia, ha distrutto nel 2018 circa 42.500 ettari di bosco.

Il festival si è radicato anche in Città Bassa, dove, grazie alla partnership con INTERNI, sono presenti due installazioni in Piazza Dante.

Attira subito lo sguardo la struttura in legno di “Oasi Microarchitettura” curata dall'architetto Massimo Iosa Ghini. Un’ellissi avvolgente, che guida il visitatore verso un centro protetto e intimo, tra i profumi delle piante autoctone italiane: Salvia desoleana, Helichrysum italicum, Agnocasto.

A curare il progetto del verde è Clinica Botanica, vivaio sostenibile a filiera corta di Milano la cui missione è promuovere economia circolare e biodiversità attraverso l’uso di piante autoctone e rigenerate.

Tutto il progetto verde riassume questa visione: dall’uso dei vasi Airpot che rispettano la crescita naturale delle radici, alla selezione botanica e all’uso di materiali poveri, fino ad arrivare nel cuore della struttura dove trova spazio una riflessione sull’aridocoltura e sulla necessità di creare progetti che non impoveriscano le risorse ma dialoghino con l’ambiente e la città in modo virtuoso.

La seconda installazione è “Urban Stage”, progettata dallo studio di architettura Parisotto + Formenton Architetti con Cimento, azienda innovativa che produce un composto cementizio rivoluzionario applicato a supporti di vari materiali. Un salotto a cielo aperto, dove sostare, chiacchierare, premere pausa dalla frenesia cittadina.

Da visitare anche le installazioni a Brescia a cura della paesaggista Silvia Ghirelli: “Il Giardino delle Origini”, presente nel cortile del MO.CA - Centro per le Nuove Culture, “Perdersi per Ritrovarsi” in Piazza Bruno Boni, “Il Boschetto dei Pensieri” nella piazza della Parrocchia San Lorenzo e “La Rivoluzione” in Piazza Sant’Alessandro.

L’ispirazione viene dalle incisioni rupestri della Valle Camonica, dove si trovano antichi segni che richiamano i labirinti. Così, in uno snodarsi di luoghi nascosti, si svela un tessuto cittadino in cui la natura genera incontri, voglia di gioco, meraviglia.

Nel visitare il Landscape Festival, lasciate da parte foto e cartoline: aprite i sensi, solleticate le emozioni.

Prendetevi il tempo per seguire il programma di incontri, dialogare con i mondi vegetali, osservare il paesaggio urbano con sguardo nuovo e notare le molteplici storie - umane, vegetali, animali - che abitano questi luoghi verdi. Perché è ormai sempre più urgente rispondere come comunità all’emergenza climatica e produrre atti di immaginazione collettiva per ripensare al nostro ruolo di co-abitanti del Pianeta.