I am tired of eating fish ridisegna le otto vetrine de la Rinascente affacciate su piazza Duomo e invita a entrare nell’universo di Paola Pivi, un mondo surreale, governato dalle leggi dell’assurdo, un sogno ad occhi aperti, dove tutto è possibile.

 

Riferimenti all’arte e al design, al life style e al tempo libero, alla natura e al lavoro, slittano in questo progetto, fra sculture e installazioni, in una dimensione straniante, fra realtà e allucinazione, che racconta storie remote e realtà (quasi) quotidiane.

 

Dopo la grande personale appena conclusa a Dallas Contemporary, Paola Pivi ha risposto all’invito della Rinascente con un progetto sorprendente e radicale.

 

In questo spazio storico e simbolico per la città, fra la Scala e Palazzo Reale, l’artista mette in opera, con l’ironia, la determinazione e la naturalezza che la contraddistinguono, un altro punto di vista, un altro modo di osservare e vivere il mondo, un fuori programma, una deviazione da sistemi di pensiero e di riferimento convenzionali.

È il mondo di Paola Pivi a essere upside down o siamo noi?

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Paola Pivi. “Yee-Haw” 2015. Digital Print mounted on dibond and diasec. Photo: Hugo Glendinning
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Paola Pivi. “How I roll” 2012. Piper Seneca, steel supports, motor. Photo: Attilio Maranzano
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2014. Grrr Jamming Squeak, installation views. Manifesta 10, The State Hermitage Museum, St. Petersburg
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Paola Pivi. “Untitled (zebras)” 2003. Billboard (in 2012). Photo: Austin Kennedy / Paper Scenery
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View of the inaugural exhibition Paola Pivi “Ok, you are better than me, so what?” at Galerie Perrotin, New York, 2013. Photo: Guillaume Ziccarelli