Al Cafè della Stampa di Cersaie, il progettista ha dialogato sulla ceramica per una architettura contemporanea, con Gilda Bojardi, direttore di Interni, e con Patrizia Catalano, giornalista

Tra gli architetti e designer italiani conosciuti e apprezzati a livello internazionale, Massimo Iosa Ghini ha preso parte negli anni 80 alle avanguardie intellettuali che hanno segnato quel momento storico, fondando il movimento culturale Bolidismo e partecipando al gruppo Memphis di Ettore Sottsass. Trentatrè anni fa ha avviato lo studio Iosa Ghini Associati, attivo oggi a Bologna, Milano e Miami.

Per una cultura del prodotto ceramico

Al Cafè della Stampa di Cersaie, Interni ha celebrato la ceramica attraverso la personalità di Iosa Ghini: l’architetto e designer ne ha fatto un ritratto autorevole e preciso, da promotore di una cultura del prodotto ceramico, prima ancora che del prodotto commerciale in sé, e da attore di una ricerca e di una sperimentazione all’avanguardia espresse nel corso degli anni dalle numerose installazioni a sua firma che hanno animato gli eventi di Interni al FuoriSalone milanese.

Un materiale controverso

Per Iosa Ghini, la ceramica è un materiale controverso, caratterizzato da una dimensione energivora, oggi più che mai sensibile, compensata da una durabilità invidiabile; da una tecnologia che ha portato lo spessore di piastrelle e lastre da 1 cm a 4/6 mm con un notevole risparmio energetico in fase produttiva e una riduzione importante di materia prima (fino al 60%); da una resa estetica che può piacere o non piacere: “a una ceramica che imita i materiali (per intenderci quella effetto legno o marmo, per esempio) preferisco una ceramica che si limita a evocarli”, spiega.

Da finitura superficiale a materia

La ceramica è poi “un materiale camaleontico: su una base ben fatta uguale per ogni piastrella o lastra, l’estetica finale è resa poliedrica dalla stampa digitale a quella a 3D…”, prosegue. “Ma perché mi ostino a chiamare materiale la ceramica? Perchè oggi la ceramica non è più una semplice finitura, una mera superficie, un supporto stampato: la colorazione a tutta massa ne ha sancito l’ingresso tra i materiali veri e propri, caratterizzati da consistenza e solidità. Non è più solo un decoro, ha un corpo, uno spessore, un’anima. Sembra banale, ma è una conquista.”

A questo link il video completo del talk.

Photo: Giuseppe Suma