Il progetto della collezione Retexo (in latino significa stramare) nasce da un’idea semplice: scomporre il tessuto e vestire con il puro filo senza incrociare trama e ordito.

Matteo Thiela ha utilizzato milioni di fili di pura seta per realizzare abiti, che danzano attorno al corpo, creando esplosioni di colore, simili a fuochi d’artificio. Ha tagliato i fili in differenti lunghezze per dare forma a vari volumi, accentuandone il movimento piroettante. Si tratta di abiti mutanti, sensibili ai movimenti del corpo, che ondeggiano al vento, che si scompongono e ricompongono, ogni volta, in forme diverse. Ci sarà un seguito: una collezione invernale fatta di fili di lana e l’effetto sarà totalmente diverso. Matteo è uno stilista fuori dal coro. Ha iniziato a 18 anni: sua madre aveva una sartoria classica, ma lui voleva creare qualcosa di diverso. Guardava ai giapponesi e puntava a creare abiti come architetture. Ha abbandonato gli studi di architettura per dedicarsi alla moda. Ha presentato la sua prima collezione al White, ma l’organizzazione commerciale gli pesava sulle spalle. Dopo tre stagioni ha piantato tutto ed è andato a vivere in campagna. Ma la moda, non quella commerciale, è un tarlo che lo rode. E, adesso, ci riprova per dare corpo ai suoi sogni, per costruire visioni e stile a 360°, senza compromessi, prendendo le distanze dall’ambiente della moda tradizionale.