“Al momento, sono particolarmente interessata all'anatomia della tela stessa - la costruzione del sostrato su cui è dipinta l'immagine. Uso la parola anatomia in relazione alla superficie, costruita attraverso strati di tela dalle forme curve, cucite insieme, che mimano il profilo di organi e arti. La stessa anatomia cambia, il corpo della tela cambia. Ha una sua pseudo-simmetria”, spiega Jeanne Gaigher. “Le cromie scelte, dal forte potere evocativo, non hanno funzione decorativa, ma raccontano lo scambio tra figura e ambiente: sono il verde veronese, l'ossido di ferro rosso, il nero, fino al colore del fumo di un incendio che copre il sole. Questi si posano sui materiali, si accumulano come residui sulle figure e sul luogo che abitano. La dimensione temporale è affrontata in quanto sedimentazione di esperienze emotive.”