E’ possibile parlare di design italiano e di Cina andando oltre il consueto dibattito sulle contraffazioni? Noi abbiamo provato a farlo in questo numero presente a Shanghai per la seconda edizione cinese del SalonedelMobile.Milano, in programma dal 23 al 25 novembre.
Perché, se le migliori firme dell’arredo del nostro Paese hanno più che raddoppiato la loro presenza a questa manifestazione, vuol dire che la Cina rappresenta un territorio sempre più importante. E non solo in termini commerciali.
La cultura e l’iconografia cinesi hanno sempre ispirato gli artisti europei, sin da tempi lontani. Un excursus tra i progetti di diversi designer, da Marcello Piacentini a KonstantinGrcic, dimostra come l’ispirazione sia talvolta diventata uno spunto di riflessione metodologica sul rapporto tra la struttura logica degli oggetti d’arredo e la loro bellezza formale.
Allo stesso tempo, un focus sul lavoro di alcuni protagonisti del nuovo design cinese evidenzia come questi progettisti abbiano raggiunto una piena maturità espressiva, capace di coniugare l’astratto e il figurativo in un autonomo e originale linguaggio.
D’altra parte, le statistiche e le analisi di mercato parlano chiaro: il Paese del dragone si trasforma ed evolve in tempi da record anche nel gusto e nell’attitudine culturale. I giovani cinesi viaggiano sempre più, conoscono e apprezzano l’Europa e l’Italia, hanno imparato a riconoscere i valori che contraddistinguono la tradizione e l’eccellenza manifatturiera italiana.
Anche l’idea del lusso domestico si apre progressivamente a un concetto di benessere che va oltre la pura ostentazione.
L’incontro tra la Cina e il design italiano è dunque possibile, anzi auspicabile, in una visione di confronto e reciproco arricchimento.
Allegato al numero di novembre, Annual Contract 2017. 50 nuovi progetti nel contract, dove, secondo recenti dati, circa il 20 per cento del fatturato d’impresa di una azienda è dato da questo settore. Questo è vero, ma fino a un certo punto.
Se per contract intendiamo gli arredi, le finiture e i materiali esclusivamente progettati e destinati a questo settore allora siamo d’accordo. Ma, osservando l’evoluzione che hanno avuto gli spazi di lavoro, di ospitalità, di retail, di convivialità, tutti gli spazi pubblici indoor e outdoor, e molto altro ancora, ci si rende conto che ‘il mondo del contract’ è un sistema sempre più fluido, allargato e destinato a crescere e a condizionare il mondo del progetto.