Quello che può accadere quando si incontrano le idee innovative e rivoluzionarie di un designer visionario e il know-how industriale di una azienda del settore ceramico dotata di una forte sensibilità verso la cultura del prodotto e le tendenze del design, lo hanno raccontato questa mattina il designer Diego Grandi e Emilio Mussini, AD di Lea Ceramiche, nel corso del secondo incontro del ciclo Interni Cafè (padiglione 21 – stand B77) durante il Cersaie di Bologna.
“Quando abbiamo deciso di lanciare il progetto L14, mancavano all’azienda le capacità di comunicare il prodotto. Diego si presentò con le sue idee nuove e diverse da tutte le altre che avevamo preso in considerazione. Decidemmo quindi di collaborare con lui per una sorta di ‘fuori salone’ a Bologna presso il Link”, racconta Mussini, che ammette che l’idea lì per lì non lo convinceva più di tanto.
Invece, l’installazione progettata da Grandi fu un successo: “Il prodotto si prestava a essere presentato in un luogo di cultura come il Link di Bologna, lo spazio ideale in cui far vivere un evento come questo: occorreva passare dal piano del prodotto a quello della cultura del progetto, e la location era perfetta in questo senso perché era un luogo di cultura”, spiega il designer riminese.
Questo allestimento partecipato rappresentò l’inizio della collaborazione tra Diego Grandi e Lea Ceramiche. E anche la dimostrazione che la ricerca sul prodotto fine a se stesso ha vita breve. Quello che fa la differenza è l’utilizzo del prodotto all’interno di un progetto che va comunicato secondo determinati canoni.
“Questi canoni sono stati per noi quelli del design. Il contributo esterno dei designer ha fatto fare una svolta importante a noi e a tutto il settore ceramico, facendo decollare un rapporto tra design e ceramica privo fino a quel momento di una contaminazione che poteva dare solo buoni frutti”, prosegue Mussini
Il prodotto ceramico ha iniziato a “raffinarsi”, comprendendo contenuti più elevati e sofisticati che hanno permesso di declinare le superfici ceramiche in un modo nuovo e diverso.
La superficie ceramica diventava in questo modo elemento di decoro: “La ceramica non si era esaurita negli anni 80 e 90,aveva ancora tanto da dire”, spiega Grandi, “ma andava comunicata in maniera nuova. La ceramica intesa come ‘decoro’ è stato un momento di rottura forte, quasi rivoluzionario, che andava oltre le tradizionali doti funzionali del prodotto”.
Una storia di creatività, sperimentazione e coraggio da cui è nata l’idea del design delle superfici, oggi maggiormente praticabile grazie alla disponibilità di tecnologie innovative e di lavorazioni sempre nuove, fino a ieri impensabili.