La mostra, allestita presso la Galleria Gruppo Credito Valtellinese, presenta cinquant’anni di cultura del Novecento attraverso i libri pubblicati da Giulio Einaudi dal 1933 al 1983, dalla fondazione fino alla crisi finanziaria del 1983 e alle successive traversie che porteranno nel 1994 al passaggio alla Mondadori.

A essere documentato, è il mezzo secolo in cui lo Struzzo – che stringe un chiodo nel becco con, sullo sfondo, un paesaggio con un castello e il motto Spiritus durissima coquit – è stato, per molti, indiscusso simbolo di qualità e di eccellenza culturale. Un punto di riferimento ideologico e intellettuale, ma anche grafico-editoriale.

Grazie al collezionista Claudio Pavese, che in oltre tremila volumi e documenti ha ricostruito la più ampia e completa storia della casa editrice italiana – tra le più influenti sul piano culturale e una delle principali a scala internazionale – è possibile per la prima volta vedere da vicino in un’ articolata sintesi di circa 300 pezzi esposti l’intero catalogo storico pubblicato.

Protagonisti della mostra – a cura di Andrea Tomasetig, in collaborazione con Cristina Quadrio Curzio e Leo Guerra – sono poeti, scrittori, saggisti di tutto il mondo, ma anche le copertine di artisti di valore internazionale e l’apporto continuativo di grafici come Albe Steiner, Max Huber, Bruno Munari, che fanno dei libri Einaudi ancora oggi un modello di design italiano.

L’allestimento, appositamente concepito, dedica al graphic-design e al noto rigore visivo einaudiano, un’insolita installazione oggettuale, dove l’evoluzione storica dei codici visivi di copertina rappresentano un’esposizione parallela a quella libraria.