Un viaggio tra oggetti di design e architetture che hanno fatto della sostenibilità la loro ragion d’essere

Sostenibilità, che parola ingombrante per esprimere un concetto ormai assodato e imprescindibile in ogni nostra pratica quotidiana. A maggior ragione in quella progettuale, per cui la consapevolezza ambientale rappresenta oggi il nuovo parametro di riferimento nella definizione del rapporto forma/funzione. Lo hanno compreso le aziende dell’arredo che sono passate concretamente ai fatti: lo dimostrano i nuovi prodotti presi in rassegna in questo numero di Interni, in cui l’approccio green risulta evidente e non ha bisogno di sovrastrutture o proclami propagandistici.

Graphic Motion: Daniele Basilico

Parla il design

A parlare su Interni è direttamente il design. Del resto, le nuove normative europee dettano le regole sulla comunicazione dell’impatto ambientale di un prodotto o di un servizio: non è più possibile dichiarare contenuti di sostenibilità se non sono rispettati precisi requisiti. E questo ha inevitabili conseguenze sulle scelte di governance delle imprese, che oggi adottano il modello dell’economia circolare per dare vita a una generazione di arredi effettivamente rinnovati nei loro contenuti intrinseci, piuttosto che in quelli estetici.

Tra natura e costruito

Il tema del rapporto tra costruito e natura guida anche la proposta dei progetti di architettura di questo numero di Interni. Ciascuno, a modo proprio, propone una nuova dimensione del comfort, green, immersiva e salubre. Ecco dunque la spettacolare tettoia immaginata da Kengo Kuma per il rinnovato CAM Gulbenkian a Lisbona; il giardino pensile verticale che attraversa una penthouse iconica progettata da Tadao Ando a New York; le ardite geometrie che informano le case tra gli alberi di Saunders in Norvegia.

Tra passato e futuro

Ma anche il patio-giardino nell’abitazione di Aversa riformulata da Antonio Zagaria. Ancora, i materiali a chilometro zero scelti da Paola Navone per il progetto d’interni di Villa San Luigi nel Chianti. Per finire con le architetture firmate dalla franco-libanese Lina Ghotmeh e il suo approccio ‘gentile’ di rigenerazione che fa della consapevolezza lo strumento per costruire un ponte tra passato e futuro.

Interni Annual Bagno 2024 tra bagno e ritualità

Interni Annual Bagno racconta la stanza da bagno come spazio della cura del sé, luogo dove entrare in rapporto con il proprio corpo. Nel bagno ci si mette a nudo. Per questo l’ambiente deve essere caldo e confortevole. Quindi i materiali di rivestimento come legno, pietra e ceramica, grezzi oppure trattati, trasmettono un senso di naturalezza che offre comfort e piacevolezza. Lo stesso vale per la rubinetteria. All’acciaio cromo extra lucido si preferiscono l’ottone opaco oppure il rame, o ancora l’acciaio ma nella versione satinata.

L’acqua, bene sempre più prezioso

Per i sanitari ritorna il colore: blu cobalto, rosa salmone, giallo paglia, verde bosco danno scacco alla ceramica bianca che ha imperversato per moltissimo tempo. L’acqua, bene sempre più prezioso, viene distribuita con oculatezza grazie a sistemi di erogazione che ne riducono il flusso rafforzandone però l’intensità del getto. E infine luci e specchi: tanti corpi illuminanti posizionati nelle diverse aree di utilizzo e uno specchio, grande il più possibile, per non dimenticare le nostre vanità... In fondo siamo tutti figli di Narciso.