“Figli di generazioni e di geografie diverse, ma d’animo per molti versi affine, Carlo Zauli e Torbjørn Kvasbø muovono da uno snodo criticamente cruciale, la negazione della forma preventiva e l’idea di opera non come compimento di un processo fabrile, ma come affermazione della problematicità del processo stesso”. (Flaminio Gualdoni)

 

Il nucleo della ricerca di Carlo Zauli è il semplice “grumo” di argilla a cui dà forma esaltandone le misteriose tensioni interne, la sua memoria.

 

Torbjørn Kvasbø celebra il legame con l’argilla partendo dall’archetipo della forma-contenitore e del suo ruolo nella storia dell’uomo.