Sono oltre 50 i pezzi della produzione vetraria di Gaetano Pesce che verranno esposti insieme a una selezione di foto alla mostra a cura di Gabriella Belli, Françoise Guichon e Chiara Squarcina.
L’esposizione al Museo del Vetro di Murano rappresenta una prima assoluta, interamente dedicata alla maggior parte delle opere in vetro del noto architetto, scultore e designer italiano.
Nel corso della sua lunga carriera Gaetano Pesce ha sperimentato con risultati straordinari le molteplici possibilità di lavorazione di ogni materiale, con particolare passione anche per la fabbricazione del vetro.
La mostra ripercorre, tramite un innovativo allestimento ideato dallo stesso artista, le varie tappe della sperimentazione di Pesce con il vetro che lo ha portato a inventare perfino una propria tecnica.
Tutti gli oggetti sono stati disegnati e realizzati tra il 1988 e il 1992, periodo della collaborazione di Gaetano Pesce con il Cirva, centro di sperimentazione del vetro di Marsiglia.
In quei quattro anni, Gaetano Pesce una settimana ogni due mesi mettendo a punto le sue ‘cinque tecniche per il vetro‘ chiamate Pastis, Joliette,Vieux Port, Pâte de Verre, Plage, in cui viene rielaborata la tradizione in chiave contemporanea.
Tutte fanno uso di vetri elaborati precedentemente dall’industria e la loro denominazione ne sottolinea la natura d’origine: polvere di vetro per Plage, perle di vetro colorato per Joliette, frammenti di vetro piatto colorato, spesso appuntiti e messi gli uni accanto agli altri come «barchette» per Vieux-Port, bottiglie per Pastis.
Nella collaborazione con Venini, Gaetano Pesce ha raggiunto alcuni momenti cruciali e decisivi della propria produzione da cui sono nate opere straordinarie come la linea di vasi Bauta e la collezione SVeronese.
Entrambe rientrano nel progetto Deformazioni Veneziane che esprime il pensiero del designer sulla contemporaneità, in cui il malfatto ne è una caratteristica e la deformazione, che lo definisce, contribuisce a determinare un nuovo concetto di bellezza.
L’esposizione, per lo spirito indagatore e la volontà narrativa, si focalizza in modo esaustivo su queste tecniche e sul loro linguaggio espressivo, mostrando come, nel plasmare il vetro, Pesce sappia coniugare al meglio, con risultati inaspettati e giocosi, la sua eccezionale sensibilità formale con l’’intemperanza‘ di un materiale straordinario.

