L’ultimo progetto dei Campana per Venini esprime appieno il design post-vergine e meticcio dei due fratelli di São Paulo, da cui prorompe un mondo in lenta esplosione estetica, frammentario per eccesso di energia e di stimoli in collisione.

La realtà e la rappresentazione non sono più mondi paralleli che si riflettono l’uno nell’altra ma universi in frantumi che collidono e si aggregano come i pezzi di due puzzle mescolati. Attingendo da questa eterogenea disponibilità – dalle favelas come dalla giungla brasiliana –Fernando e Humberto Campana portano nel design brani di una materialità antica, ma di intatta tenuta semantica, fatta di resine, pelli riciclate, rami e, recentemente, di frammenti di vetro, come nell’ultima opera per Venini, Fragments, una lampada da terra composta da cocci di vasi e pezzi storici provenienti dalla fornace muranese. Realizzata in edizione limitata, seguendo principi di sostenibilità e riutilizzo, Fragments ben esemplifica il posizionamento generale dei Campana nei confronti del progetto: ‘mutanti’ fin dalla nascita, come essi stessi si definiscono, i due fratelli di Brotas (una piccola città a 250 chilometri da São Paulo, dove oggi vivono e lavorano), si dicono influenzati tanto dagli Os Mutantes (band simbolo del tropolicalismo brasiliano, che miscela bossa nova e rock and roll) quanto dalle diverse identità che compongono lo specifico brasiliano, condizione di fondo del tutto particolare che li ha spinti ad andare oltre il gesto di chi si limita a ridare nuova vita alle cose. Nella loro poetica onnivora e incontenibile, infatti, non esistono più un prima e un dopo degli oggetti, una condizione di ‘prodotto’ e una di ‘scarto’ o ‘rifiuto’, ma ogni cosa si trova fin dall’inizio in uno stato di post-verginità in cui resta sempre di nuovo attivabile, spendibile, regalabile. La frammentarietà è del resto il tema di altri lavori dei Campana per Venini, come i vasi e la lampada della serie Esperança, in cui sono mescolate non cose e persone ma pezzi di cose e pezzi di persone, a ricordarci che se, come diceva Bruno Munari, l’albero è l’esplosione lentissima di un seme, il design è l’esplosione lentissima del mondo.