Parola d'ordine Swedishness. Più che l'orgoglio scandinavo, Stockholm Furniture Fair e la parallela Design Week hanno celebrato, dal 7 all'11 febbraio scorsi, l'identità svedese. Qui alcuni highlights

Front: immersione nella natura

Il duo Front ha fatto gli onori di casa, in qualità di Guest of Honour. Il che può non apparire strano, dal momento che Sofia Lagerkvist e Anna Lindgren, alias Front, sono note a livello mondiale.

Eppure sono il primo studio svedese a progettare l'installazione d'ingresso alla fiera, in qualità appunto di ospite d'onore, a quasi vent'anni dall'istituzione del ruolo. Un po' un ritorno alle origini, perché l'allora quartetto Front esordisce nel 2004 nella Greenhouse, l'area della Stockholm Furniture Fair dedicata ai giovani talenti. Un po' a voler dire: "chi parte da qui può arrivare lontano".

L'installazione è un'immersione, tecnologica e multisensoriale, nella natura nordica, di cui si aveva avuto qualche assaggio a Milano.

"Proseguendo il nostro percorso di ricerca Design by Nature", spiega Sofia Lagerkvist, "abbiamo fatto una scansione in 3D di alcune porzioni di paesaggio, dalle foreste della Lapponia a quelle dello Småland; grazie alla tecnologia di fresatura di Moroso le rocce si sono trasformate in arredi (il divano Pebble Rubble, ndr) che appaiono quasi ricoperti di muschio (i tessuti Arda di Kvadrat).

In questa installazione mostriamo il nostro animo sperimentale ma anche la sua applicazione industriale, con le collaborazioni con i grandi marchi del design".

Tra schizzi, video, disegni e progetti storici, Front ha dato forma a una personale little, cozy gallery.

Spazio al collectible design

Rispetto alle edizioni precedenti, si è cercato di creare un maggiore dialogo tra gli eventi in città e la fiera, il cui concept si apre a inedite categorie espositive.

Merito anche di Hanna Nova Beatrice - giornalista di lungo corso e profonda conoscitrice del panorama progettuale scandinavo - nuova project area manager della Stockholm Furniture Fair e della Stockholm Design Week.

Sua la curatela, tra le altre cose, di una parte espositiva nella nuova appendice, fisica e tematica, dedicata al collectible design. In una location che più svedese non si può.

Älvsjö Gård era una collettiva incentrata sull'art design, ospitata nelle stanze di un antico edificio in legno, poco distante dal quartiere fieristico.

Intime atmosfere domestiche d'antan contrastavano con lo spirito sperimentale dei progetti esposti. Tra makers e gallerie, anche un tocco di italianità, con i colorati mobili di Stamuli e gli oggetti sostenibili di Navet, studio multidisciplinare tra Milano e Stoccolma.

Scandinavian Design Awards

In un'aria generale di ripartenza, unita a una celebrazione di identità culturale, si colloca l'istituzione di un nuovo premio da parte di Stockholm Furniture Fair con l'editore It Is Media: Scandinavian Design Awards.

Clou mondano della settimana, la premiazione alla Stockholm City Hall (dove tradizionalmente si consegnano i Nobel).

Doppio riconoscimento all'azienda norvegese di outdoor design Vestre, per la sede The Plus progettata da BIG (Sustainability Award e Architecture of the Year Award).

Il duo Folkform, con studio a Stoccolma, è stato nominato Designer of the Year, grazie a un linguaggio originale che ibrida arte, ricerca e storytelling.

Rising Star Award al finlandese Antrei Hartikainen. Producer of the year è risultata la svedese Massproductions, che si è aggiudicata anche il premio per il Best Furniture, per la chaise longue 4PM del designer e co-fondatore Chris Martin, che guarda alla lezione di Enzo Mari.

Made in Sweden

Questo il titolo di un progetto corale esposto nelle nelle vetrine dello storico e lussuoso Department Store NK volto a mettere in evidenza la forza e la tradizione, tra sostenibilità e abilità manifatturiera, del design svedese.

Che non è solo Ikea (il retropensiero degli organizzatori).

Parte essenziale del progetto è l'iniziativa Together, con cui NK Inredning ha invitato alcuni designer e creativi della moda, rigorosamente svedesi (Lisa Hilland, Pia Wallén, Monica Förster, Jonas Bohlin, MaxJenny, Anki Gneib), a collaborare con Reijmyre, una delle più antiche vetrerie del Paese.

Il risultato: una limited edition di glassworks, dai più delicati ispirati alla natura ai più esuberanti per proporzioni e colori.

A dimostrazione di quanto si possa rinnovare una antica tradizione manifatturiera del Paese.

I nuovi prodotti

Stockholm Furniture Fair è per le aziende scandinave (fisiologiche, alcune defezioni) il palcoscenico di riferimento per presentare le nuove collezioni. Tra i brand più orignali Offecct, che ha presentato il divano Pauline, evoluzione postuma della poltrona disegnata da Pauline Deltour.

Rimanendo in ambito imbottiti, richiami Seventies per il sistema modulare Bau, di Note Design per Lammhults.

Blå Station ha reinterpretato con leggerezza un classico del design scandinavo, la sedia in legno (Om, design Johan Ansander).

Una particolare vivacità si è colta nel settore outdoor, in cui Hem ha esordito con una collezione di Philippe Malouin. Vestre, tra le altre novità, ha presentato un'intrigante sistema di sedute di Daniel Rybakken mentre Skargaarden ha proposto una rivisitazione in chiave scandinava (design Stefan Borselius) di un classico americano, la Adirondack chair.

Anche il settore dell'illuminazione ha visto interessanti novità, come la collezione Kori di TAF Studio per Artek, capace di modulare luce diretta e d'atmosfera, con un garbo che sarebbe piaciuto ad Aalto.

Decisamente di segno più urban la collezione indoor\outdoor Sprinkle di Note Design per Zero.

Ricerche e riflessioni: visioni di futuro

Stockhom Design Week ha anche offerto diversi momenti di approfondimento teorico e ricerca metaprogettuale su temi di attualità proiettati al futuro.

Lo studio Form Us With Love è stato incaricato da Samsung Nordic di ripensare al divano come luogo privilegiato di fruizione del televisore.

Con il suo caratteristico taglio analitico, FUWL ha studiato l'evoluzione di tecnologie e comportamenti, desinata all'inevitabile superamento della visione statica dello schermo televisivo.

Ne è scaturita l'installazione Shift, un'amaca-piattaforma che sostiene e promuove la liberazione dei comportamenti.

Lo studio ha partecipato anche al progetto The Bright Future of Wellbeing presentato in fiera da Baux, brand svedese specializzato nella produzione di materiali fonoassorbenti, tra innovazione e sostenibilità.

Lo stand ha ospitato un'esposizione, di appeal museale, di modelli elaborati da studenti delle migliori scuole di architettura e design scandinave, invitati a esplorare il concetto di benessere applicato a diverse tipologie di spazi: culturali, lavorativi, sanitari, educativi, di svago.

In una Stoccolma gelida, in cui arrivavano echi lontani di terremoti e tragedie umane, ha assunto un'intensità particolare e una ulteriore attualità l'installazione Shelter di Daniel Rybakken: una riflessione in forma artistica sul dramma dei rifugiati e sul concetto di protezione.

Un tetto illuminato, emergente dall'acqua, rimandava all'archetipo - formale e sostanziale - della casa come riparo e condizione minima di dignità umana. Riportando al centro il design nel suo senso più profondo.

Come risorsa concreta per trovare soluzioni anche in situazioni di emergenza e non solo come una bella occasione per celebrare (ritrovati) rituali collettivi.