Sempre più raccolta e locale, ma curata dal punto di vista culturale. Così l’edizione 2024 di Stockholm Furniture Fair, in scena dal 6 all’10 febbraio. I punti di forza: una sofisticata curatela, il dialogo tra brand storici e nomi emergenti, una sincera coscienza green. Con la coerente presenza di Formafantasma in qualità di Guest of Honour

A Stoccolma la parola recessione non è un tabù, esattamente come la domanda “c’è ancora bisogno delle fiere?”.

La risposta di Hanna Nova Beatrice, direttrice di Stockholm Furniture Fair, è innanzitutto culturale. Di qui il taglio curatoriale attento ai cambiamenti in atto nel design (dal fenomeno del collectible alle pratiche di sostenibilità) e alla celebrazione identitaria del design svedese come atto di resistenza culturale e di salvaguardia della produzione locale.

Nell’intento di “puntare alla connessione tra progetto culturale e commerciale” nella manifestazione fieristica, la scelta dei Formafantasma, commenta Nova Beatrice, è “superfitting”, visto il doppio registro di ricerca e produzione industriale percorso dal duo. Ma anche ultimo baluardo di internazionalità.

La Reading Room di Formafantasma

“Per noi uno spazio espositivo è uno strumento educativo” esordisce Andrea Trimarchi (assente giustificato Simone Farresin), incontrato davanti all’installazione firmata Formafantasma.

Di qui il concept di una temporanea Reading Room, inscritta in un bozzolo tessile rosa: “in pratica mettiamo in scena la nostra bibliografia: sui tavoli sono esposti i testi di ecologia, filosofia, teoria del design che sono la base teorica della nostra ricerca.

Sullo sfondo scorre un video tratto dalla mostra Cambio della Serpentine Gallery (2018), un saggio visivo della nostra indagine olistica sull’industria del legno, che poi abbiamo applicato alla collaborazione con Artek”.

Tavoli e sgabelli inconfondibilmente Aalto (illuminati dalle sospensioni WireLine disegnate per Flos) arredavano infatti lo spazio, ma nella nuova versione Artek Forest che non nasconde l’imperfezione della betulla selvatica.

“Con Artek abbiamo svolto una lunga consulenza, studiando la catena di approvvigionamento del legno. Gli alberi stanno iniziando a mostrare i segni del cambiamento climatico attraverso nodi, tracce di insetti, variazioni cromatiche. Abbiamo quindi cercato di rivalutare il concetto di qualità del legno, ovvero esaltare le tracce della natura spesso scartate dall’industria perché percepite come difetto. Negli ultimi 20 anni siamo stati ossessionati dalla qualità estetica del legno, fino a perderne la riconoscibilità. Vogliano tornare a ‘vedere’ la foresta, come al tempo di Alvar Aalto.

Sembra un intervento di selezione molto semplice, ma questo influisce molto sulla quantità del legno utilizzato e può essere un indirizzo futuro per tutta l’industria del settore”.

Ricerca estetica, narrazione critica e applicazione industriale: qui emerge il pensiero e modus operandi sistemico di Formafantasma.

“Noi siamo interessati non solo a disegnare l’oggetto, ma anche a ripensare tutta la catena produttiva. È un modello sistemico che ci porta anche a considerare l’impatto di un’installazione temporanea. Tutto ciò che costituisce questa Reading Room sarà riutilizzato per progetti scolastici, espositivi o re-immessi sul mercato”.

Architettura e design a Km zero

Diverse sezioni della fiera sono leggibili come manifesti di orgoglio locale, sia dal punto di vista culturale che di filiera produttiva. Ne è esempio la mostra The Museum of Masonite, dove il duo Folkform celebra il patrimonio storico industriale svedese reinterpretando sotto forma di arredo gli ultimi pannelli originali di conglomerato ligneo Masonite prodotti dalla omonima fabbrica nord del Paese, ora chiusa.

Si colloca nello stesso filone tematico la collezione d’arredo di Verk, brand di “mobili prodotti localmente da materiali svedesi”. Puro spirito autarchico volto alla sopravvivenza di antichi mestieri e relative economie locali.

A una scala più ampia, da segnalare la mostra Farming Architects a cura di Jordens Arkitekter, un manifesto per l'abitare futuro che mostra i legami tra architettura sostenibile e agricoltura rigenerativa, come illustrano alcuni progetti di comunità ‘archi-agricole’ concretamente utopiche fuori Stoccolma, “studiate per portare il paesaggio negli edifici e non viceversa”.

Elogio del materiale da costruzione “coltivato” è il padiglione al centro dell’allestimento, “un gesto architettonico per definire l’anima di un edificio, costituito dal solo materiale grezzo di costruzione: legno e pannelli di fibra di canapa”. Quest’ultimo, assicurano, è il materiale del futuro.

Per rimanere in tema di materiale Km zero e sostenibilità, da citare un interessante progetto di interior design visto in città, lavoro congiunto tra il colosso delle costruzioni Skanska e il giovane duo creativo Contem.

Il café di un nuovo building in un’ex area industriale, in gran fermento edilizio, è stato arredato con mobili realizzati con il legno degli olmi ammalorati (una vera ecatombe) e abbattuti nella città di Stoccolma. Una bella storia di resilienza e recupero intelligente di un materiale di grande pregio estetico destinato a diventare pellet.

Largo ai giovani

La creatività giovane è stata esplorata quest’anno da SFF in tre direzioni: la dimensione più sperimentale dei makers e art-design indipendenti (Älvsjö Gård ), la selezione dei brand emergenti (New Ventures) e la consolidata area Green House dedicata a scuole e designer esordienti.

Allestita con l’essenzialità di una galleria d’arte, Älvsjö Gård ha visto tra i protagonisti gli arredi, in bilico tra scultura e architettura di Nick Ross, le forme vagamente bolidiste di una poltrona disegnata con l’ausilio della realtà virtuale da Alexander Lervik e Gustav Winsth, le leggere orografie lignee di Didi NG Wing Yin. Il designer di Hong Kong trapiantato in Finlandia è stato premiato come Rising Star alla seconda edizione degli Scandinavian Design Awards. La cerimonia, sottotono rispetto alla grandeur dell’esordio presso la Stockholm City Hall (premio Nobel docet), si è svolta nell’ottocentesco palazzo della musica Musikaliska.

Tra i brand più dinamici, presenti nella inedita sezione New Ventures, spiccavano diversi nomi italiani, come Very Simple Kitchen e Stamuli (godibilissimo il loro progetto congiunto Very Simple Bar per la Greenhouse) e NM3.

I nuovi prodotti

Decisamente ridotta la rappresentanza internazionale degli espositori, le maggiori novità provengono, ancora una volta dall’industria svedese. E parlano di sostenibilità, colore, maestria nella lavorazione del legno. Con qualche apporto creativo italiano, come l’intervento pop di Luca Nichetto per lo storico brand Edsbyn o la sedia di Marco Campardo per Hem, che ricorda la lezione di Mari.