La recente Dubai Design Week 2024 ha proposto un focus sulle varie sfaccettature creative della città emiratina che guarda a un futuro di sostenibilità

“Per la 10a edizione della Dubai Design Week 2024 abbiamo voluto mettere in luce pratiche sostenibili e accenti di architettura vernacolare, con l’idea di mostrare come il progetto possa migliorare il nostro futuro comune su tutti i palcoscenici ” ha spiegato Natasha Carella, direttrice della Dubai Design Week.

Dal 5 al 10 novembre scorsi, questa visione locale-globale, inclusiva e aperta, nelle connessioni creative ed espressioni linguistiche, si è declinata tra Downtown Design e Dubai Design District (d3), i due grandi poli espositivi in cui si è svolta la Dubai Design Week oltre che al The Marketplace, dove si potevano acquistare gli oggetti in mostra.

Downtown Design era dedicata in particolare all’esposizione delle ultime tendenze in fatto di interior design. Quindi alle recenti collezioni e ai prodotti di brand locali e internazionali.

E novità assoluta di quest’anno, a Editions, il format riservato alle limited edition di arte e design, al quale hanno partecipato oltre 50 gallerie, studi individuali e collettivi con manufatti da collezione, fotografie, stampe, ceramiche e opere su carta.

Non solo. Durante questa 10a edizione di Dubai Design Week, negli spazi di Downtown Design, accanto alle creazioni di imprinting artistico e sostenibile tra gli altri di KAMEH, di Karim + Elias, di Aya Moug, del designer Omar Al Gurg, di Amna Alshamsi, della piattaforma di artisti iraniani e designer AASSTTIINN.COM (attesa al FuoriSalone 2025 di Milano), di Etereo (italiani di base a Dubai), di Isola Design Group, si è registrata infatti la presenza di significativi brand italiani.

Tra questi, Atlas Concorde, B&B Italia by Baituti Home, Bonaldo, Cappellini/Finasi, Ethimo, Kartell, Natuzzi, Poltrona Frau, Sicis, Snaidero, Venini.

Al suo debutto qui Cappellini insieme a Finasi (leader negli allestimenti esclusivi, nella falegnameria e negli interni su misura), ha presentato “Living Lounge Loft”, un'installazione immersiva che catturava l'essenza di un abitare raffinato interpretato nei valori condivisi tra i due brand.

Venini ha portato a Downtown Design Dubai il celebre Velario di Palazzo Grassi, il maestoso manufatto in vetro simbolo di creatività e maestria, illuminato secondo il concept “The Heart Beats”.

Italian Trade Agency insieme a Hannes Peer ha presentato invece la più recente collezione di illuminazione Paysage, fatta di piastrelle in vetro fuso di Murano texturizzate a mano, in un nuovo colore giallo paglierino.

Mentre Dott.Gallina e Jacopo Foggini hanno illustrato il prosieguo della ricerca sulle sosfisticate superfici in policarbonato finalizzate alla messa a terra nel progetto di Luca Dini per l’isola di Sindalah.

In un’area che dimostra sempre più interesse per il made in Italy di eccellenza e qualità, il twist stimolante della Dubai Design Week è poi proseguito nel Dubai Design District dove hanno trovato posto installazioni architettoniche e specifici eventi di scambio e confronto, in spazi sia chiusi che all’aperto.

Oltre ai mosaici geometrici di Hadi Teherani e alle piastrelle in cemento decorate di Giulio Cappellini per Mirage, ecco dunque nuovamente Isola Design Group, nata a a Milano per promuovere design indipendente e marchi internazionali, che, con la mostra Design Next ha focalizzato l’esposizione sulla ricerca in tema di materiali innovativi, prodotti di arredo circolari, soluzioni tech all’avanguardia, volta a mostrare atteggiamenti positivi nello stile di vita e nelle abitudini di consumo.

Tra i partecipanti dall’Italia, nell’area Future of Urban Living, c’erano gli studi ecoLogicStudio, Eleonora Rombolà, iGreen.

Anche Ross Lovegrove era presente con due lavori alla Dubai Design Week: la collezione di maniglie per la portoghese JNF, un paesaggio di forme ispirate alla natura e realizzate in stampa 3D; e, insieme alla partner Ila Colombo, con cui ha fondato nel 2023 lo studio DEOND, l’installazione “The Holistic Embrace of Body and Technology”.

Una figura geometrica circolare in cartone ondulato di recupero che esplorava all’interno dell’Enfold Pavilion, sotto un tetto traforato da cui filtrava la luce, il concetto di terapia phy-gital, con un tessuto di "seconda pelle" intriso di intelligenza artificiale, mentre all’esterno proponeva un riferimento al seme ruvido della natura, a simboleggiare l'abbraccio olistico tra corpo, mente e tecnologia.

Poco distante, l’installazione “A Present/Absent Mudhif” disegnata da Ola Saad Znad, e realizzata con canne e fango riportava invece in luce il patrimonio architettonico delle comunità arabe palustri dell’Iraq.

“The Luxury of Less” l’installazione sensoriale di AB+AC Architects, alias Arianna Bavuso+Andre Chedid, commissionata da BMW Middle East, racchiusa nelle linee essenziali di un padiglione permeabile alla vista del cielo invitava ancora i visitatori a ripensare il lusso come declinazione di un minimalismo nel segno e nei materiali utilizzati in chiave sostenibile e di benessere.

“Crediamo che questa sarà la direzione dell’esclusività per il futuro: eliminare il superfluo e concentrarsi su scelte significative e consapevoli delle risorse limitate disponibili, perché si possa riflettere ancora meglio sul senso di una qualità e comfort del vivere”, ha commentato Arianna Bavuso.

D’altronde, in tutti gli ambiti, dall’auto alla casa al pianeta e, anche qui, nella città dai grattacieli arditi e spettacolari, nata solo nel 1971 tra il deserto e il mare, le grandi domande a cui trovare risposte condivisibili restano le medesime: dove stiamo andando? Come vivremo? Chi siamo? In che cosa speriamo? “Il futuro appartiene a coloro che possono immaginarlo, progettarlo e realizzarlo.

Non è qualcosa che si aspetta, ma che si crea”: ad imperitura memoria le parole incoraggianti di Sua Altezza lo Sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, sovrano di Dubai, restano incise con grafie arabe, sulle facciate scintillanti del Museum of the Future progettato nel 2022 dall’architetto sudafricano Shaun Killa.