Si è aperta il 5 dicembre la 19esima edizione di Design Miami dal titolo Where we stand. Ecco la nostra selezione delle esposizioni da non perdere

La 19esima edizione di Design Miami inaugura il 5 dicembre con un tema importante: Where we stand, dove siamo. L’idea è quella di mostrare la capacità narrativa del design, la sua dimensione di storytelling, sia come testimone sia come interlocutore possibile di un mondo - quello attuale - fortemente polarizzato.

Un’idea certamente ambiziosa, lanciata dalla direttrice curatoriale della manifestazione, Anna Carnick, con queste parole: «Ho scelto il tema "Where We Stand" non solo per sottolineare il ruolo che il design svolge nel riflettere e rispondere al mondo che ci circonda, ma anche come invito a considerare come potrebbe aiutarci a navigare in questo momento complesso e troppo spesso diviso.

Il design può essere un potente strumento per raccontare storie, e le storie ci permettono di accedere all'umanità degli altri. Celebrando oggetti provenienti da tutto il mondo e ispirati a narrazioni di luoghi, comunità e patrimoni - fonti a cui tutti facciamo riferimento per trovare forza, chiarezza e scopo - spero che la Design Miami di quest'anno stimoli conversazioni riflessive sui legami che ci uniscono e su come possano informare i nostri percorsi futuri».

In un dialogo continuo tra pezzi storici, anche rari, e progetti contemporanei, le gallerie internazionali provano a dare la propria risposta al tema. O forse, a suscitare altre domande. Design Miami 2023 è un viaggio nel futuro con una valigia piena di meravigliose idee del passato. Ecco cosa vedere.

Human Connection

Le connessioni umane sono al centro di questa esposizione che le narra attraverso opere di artisti provenienti dai più diversi luoghi del pianeta.

Victoria Yakusha, artista ucraina già ospite in precedenza a Design Miami, questa volta presenta The Land of Light, una collezione di oggetti realizzati con l’antica tecnica Ztista che prevede la sovrapposizione di strati di una amalgama di argilla, fieno e materiali riciclati che si utilizza normalmente per la finitura delle pareti delle case. Un composto vivo, capace di assorbire energia ma anche di restituirla in maniera naturale, che prende forma in questa serie di oggetti per riflettere sulla terra cui appartengono.

L’artista Nifemi Marcus-Bellot di Lagos, in Nigeria, presenta alla galleria di Los Angeles Marta il secondo atto di Tales by Moonlight, un lavoro cominciato nella stessa galleria all’inizio del 2023, basato sculture realizzate in una fonderia di ricambi auto a Lagos, costruite in alluminio fuso in sabbia.

Ci si interroga sui temi del mondo del lavoro, delle catene di produzione e della dinamica di domanda e offerta, insieme al ciclo di vita dei materiali della società globale, con un’attenzione particolare all’industria artigianale sorta in Africa per realizzare pezzi di ricambio per auto usate, giunte nella regione dall’America e dall’Europa. Il progetto prende il nome dall'omonima e amata serie televisiva per bambini, Tales by Moonlight, andata in onda dal 1984 al 2002 sulla TV nigeriana.

Hostler Burrows (New York/Los Angeles) presenta le connessioni umane viste da artiste donne del nord Europa in una serie di lavori che hanno per tema comune l’uso di materiali fragili. Interessante la sedia in ceramica con perline realizzata a mano da Marianne Huotari, finalista del Loewe Craft Prize, ma anche le nuove sculture in vetro di Hanna Hansdotter e le recenti sculture di Kristina Riska.

Shared environment

Per sapere dove siamo occorre occuparci anche dell’ambiente, tema imprescindibile della contemporaneità.

La Sarah Myerscough Gallery (Londra) presenta una serie di oggetti funzionali realizzati con pratiche innovative, in particolare Echo, una collezione di vasi stampati in 3D di Gareth Neil che utilizza la sabbia naturale per realizzare forme in miniatura e monumentali. La particolarità sta nel materiale fluido ma al contempo solido che consente infinite configurazioni.

Artigianato e tradizione

Ancora un’altra declinazione possibile del tema Dove siamo è quella di rispondere con un discorso identitario rispetto al luogo e alle tradizioni che lo caratterizzano. Ma non senza guardare al presente, continuamente in evoluzione e aggiornamento.

æquō (Mumbai), la prima galleria dell'India, debutta a Design Miami con una selezione di pezzi della collezione Panna del suo direttore creativo Florence Louisy. Pezzi scultorei, realizzati attraverso l'arte di piegare materiali diversi - dal rame ossidato a Jaipur, ai pezzi bruciati e smaltati ad Alibag, al morbido feltro del Kashmir. Un omaggio al ricco patrimonio artigianale indiano che si fonde con il design contemporaneo che verrà presentato insieme alle opere di Cédric Courtin, Wendy Andreu, Valeriane Lazard, Frédéric Imbert e Boris Brucher, legate tra loro dalla comune esplorazione della materia.

Ateliers Courbet (New York) torna a Design Miami per valorizzare l’economia circolare e l’artigianato locale. Per farlo ha creato una collezione di pezzi realizzati da otto designer che hanno reperito materie prime locali, utilizzato tecniche antiche per scolpire, modellare e plasmare la materia organica e realizzare un oggetto che racconti e rispetti la propria origine. Il risultato è un’esposizione armonica che attiva diverse sensorialità, dal divanoMeridiennesofa di Pieter Maes, realizzato a mano, ispirato alle pieghe e alle curve organiche del legno, al Wabi Sabibed di Ethan Stebbins, che utilizza le tecniche giapponesi di giunzione a incastro con materiali locali tagliati e cesellati a mano.

Diletante42 (San Paolo) lavora sull’iper locale con una serie di icone del design brasiliano. Non poteva certo mancare Lina Bo Bardi con un prototipo della sua Bowl Chair, realizzato grazie a una ricerca meticolosa dei disegni tecnici e degli schizzi personali dell’architetto e ultimata con l'imbottitura e i materiali originali degli anni 50.

Progetti speciali

Da non perdere Utopia, il progetto di Lara Bohinc, vincitrice 2023 della Annual Design Commission: un'installazione scultorea di forme irregolari realizzate in sughero ecologico e naturalmente impermeabile, che immagina una città in cui l'uomo e la natura prosperano in armonia. Ci si può sedere sopra, giocare (c’è anche un grande uovo-casa per i bambini) e riunirsi - l’installazione infatti comprende sedute all'aperto, tavoli e sculture luminose a energia solare di grandi dimensioni. Accanto alle strutture per gli umani, 900 casette per uccelli a forma di uovo sono disseminate tra gli alberi del Miami Design District (che ospita Utopia), fornendo un riparo per la fauna selvatica.

Ginori 1735 presenta Reborn Project a cura di Frédéric Chambre: artisti e designer internazionali sono invitati a trasformare e reinterpretare stoviglie in porcellana bianca e oggetti iconici Ginori per farne pezzi unici non replicabili.

Chi è Anna Carnick

Curatrice di molti eventi internazionali, scrittrice e redattrice berlinese, Carnick, oltre a ricoprire il ruolo di co-redattore capo di The Forum/ di Design Miami, è anche cofondatrice di Anava Projects, un'agenzia creativa impegnata a dare vita a eventi di design internazionali, con l’obiettivo di coltivare talenti emergenti, nella convinzione che il buon design debba avere anche un impatto positivo nel sociale.