A Martano, nel Salento, talk, workshop, laboratori e la mostra dei 120 progetti finalisti per l’Agorà Design Contest: quattro giorni per riflettere insieme sul tema della progettazione “iperlocale”

«Non una chiusura, ma uno sguardo sui dettagli. Che, come diceva papà, è una componente principale della progettazione, fondamentale perché ti permetta di allargare lo sguardo e progettare bene. In una parola: l’iperlocale allarga la testa», dice Giovanna Castiglioni, vicepresidente della Fondazione dedicata a suo padre Achille Castiglioni, nonché custode e divulgatrice del patrimonio di idee e progetti lasciati dal padre al mondo del design.

E, in questi giorni, tra i membri della giuria e i relatori di Agorà Design 2023, il concorso di idee biennale nato nel 1996 a Martano, in provincia di Lecce, quest’anno dedicato al tema “Iperlocale: architettura e design dai territori”.

Un soggetto che ha stimolato la creatività di più di 200 designer, tra studenti e professionisti, provenienti da 13 Paesi diversi che a fine luglio si sono candidati con i loro progetti e prototipi per le due sezioni - “Living” (complementi d’arredo, tessuti, rivestimenti, pavimenti) e “Garden”  (daybed, sedute e coperture) - del concorso.

Il contest

«Non è stato facile scegliere i 120 lavori che sono arrivati in finale e che in questi giorni abbiamo visto esposti nel palazzo Baronale e nel centro storico di Martano» continua Giovanna Castiglioni.

«Sono tutti progetti molto validi, nei quali si vede lo sforzo di unire le idee alle competenze delle maestranze di cui questo territorio è ricco. C’è ancora da lavorare, ma qui c’è il cuore pulsante delle industrie che possono credere nei giovani progettisti e Agorà Design -c he è un concorso ma anche un evento - è un ottimo punto di partenza e una preziosa occasione di scambio.

Anche tra contesti culturali differenti, come abbiamo visto quest’anno: se, per esempio, in Puglia è molto presente il tema dell’ulivo e della preservazione del legno martoriato dalla Xylella (diversi i designer che hanno utilizzato questo materiale, insieme alla pietra salentina e ai tessuti locali), i lavori provenienti da Paesi come Colombia, Turchia, India attingono naturalmente al “loro iperlocale”.

Bisogna fare che questi progetti possano andare trasversali e tornare indietro come dei boomerang». Come diceva Achille Castiglioni: “Se non vi interessano gli altri, il mestiere di designer non fa per voi”.

Le aziende

Obiettivo della manifestazione che per quattro giorni ha animato Martano di migliaia di persone tra studenti, professionisti, visitatori e giornalisti, è soprattutto quello di riempire di significato le parole “locale” e “globale”.

Avviando un dialogo tra produzione industriale e artigianale, tra designer e aziende, in modo da contribuire allo sviluppo di un territorio. «E alla qualità della vita di chi ci abita» aggiunge Lucia Rescio, presidente dell’Associazione Agorà Design e General manager di Sprech, pluripremiata realtà locale nata negli anni Ottanta da un’intuizione di Pasquale Rescio (il padre fondatore, oggi amministratore delegato) specializzata nella creazione di coperture modulari, pergole, gazebo, dehors e strutture ecosostenibili per glamping, main sponsor della manifestazione con Fondazione Achille Castiglioni, ADI – Associazione per il disegno industriale e Ordine degli Architetti (e con testate specializzate come Interni tra i media partner).

«Agorà Design è un evento che ha le sue radici a Sud ma anche un invito per chi partecipa a prendere parte al confronto, allo scambio di idee, alla sperimentazione per una crescita collettiva che non conosce confini. C’è un pensiero molto semplice alla base: per le aziende che operano nel campo del design e dell’architettura, implementare il settore ricerca e sviluppo è diventato indispensabile.

Ma valutare progetti originali, sviluppare prodotti innovativi e acquisire maestranze qualificate richiede tempo e dedizione. Agorà Design è la sintesi di questa continua necessità di ricerca».

E, per dare il buon esempio, dal 2017 Sprech seleziona alcuni progetti in concorso per trasformarli in prototipo e inserirli in catalogo, attivando il circolo virtuoso che trasforma l'idea in progetto e il progetto in prodotto.

La premiazione

Dopo quattro giorni di dibattiti e laboratori, ma anche concerti jazz e degustazione di olio, vino, formaggi e altre eccellenze della produzione salentina, domenica 1 ottobre si è arrivati alla premiazione dei vincitori di Agorà Design 2023: otto progetti scelti dalla giuria formata da Giuseppe Scaglione, Francesca Tosi, Giovanna Castiglioni e Francesco Zurlo.

Ecco i vincitori

Per la sezione Living hanno vinto “Linfa - Il riposo che nutre l'anima” di Davide Decarli in collaborazione con Pecore Attive (vincitore anche del premio di MAXXI – Interior Design, partner di Agorà Design); “Hydria” di Tommaso Schiuma, in collaborazione con Progetto Arte Snc, e “Fragment” di Simona De Fazio insieme a Carmen Carugno, in collaborazione con Level Project e Vincenzo Del Monaco.

Tra gli studenti, è stato premiato Searamic, oggetto autoprotto da Giulio Bragagnolo e Paolo Sgarzi. Per la sezione Garden sono stati premiati i progetti “Felicità”, del designer colombiano Samuel David Silva Batista, Apulia di Daniele Cicero e Driades di Francesco Fontanella e Maria Kassola.

Tra i progetti degli studenti ha vinto Sicq di Ludovica Quarta. Non un semplice riconoscimento perché i progetti della sezione Garden verranno trasformati in prototipi che vedremo esposti alla prossima edizione. Menzione speciale, infine, per la “Lampada d’Angolo” di Andrea Arciuolo in collaborazione con Officina Fratelli Navacchi, per il recupero del legno d’ulivo.

Appuntamento al 2025, dunque, seguendo l’appello di Giovanna Castiglioni che sottolinea un concetto semplice: il Design non si fa solo a Milano: anche le periferie possono essere volano di cultura e architettura, con un punto di vista quotidiano «perché qui si sanno costruire le cose che servono».

Ph. credits: 40Mirrors